Vita privata di una sconosciuta
- Autore: Elena Mauli Shapiro
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2011
Louise Brunet, quella realmente esistita, è morta a Parigi, in tarda età, all’inizio degli anni Ottanta. Dietro di sé ha lasciato alcuni parenti disinteressati a lei, poche cose di valore che i vicini hanno razziato, e una scatola, che è finita fra le mani della madre di Elena. Una semplice scatola a scacchi bianchi e rossi? No, piuttosto una scatola a sorpresa, una scatola magica che contiene tutta la vita di Louise, offerta a chi voglia decifrarla, decriptarla. Non ci sono, infatti, diari o particolari scritti, a parte qualche cartolina. Vi si trovano invece molte foto, alcuni oggetti da cucito, alcuni spartiti musicali, ricordi vari. Come un puzzle di mille pezzi dei quali solo cinquanta, sparsi qua e là, fossero stati ritrovati, la ricostruzione è lasciata all’intuizione e alla fantasia. L’autrice ha accettato la sfida, e, dai pochi elementi a sua disposizione, uniti alla sua immaginazione, è nata una Louise che, probabilmente, poco o niente ha a che vedere con quella reale, ma possiede un fascino magnetico.
La Louise uscita dalla fantasia dell’autrice è una donna incredibilmente evoluta per il proprio tempo, passionale, briosa, amante della vita, intraprendente e così sessualmente sfrontata da fare invidia a molte donne d’oggi. Sposata, ma non per amore, senza figli, ha comunque per il marito un rispetto e anche un affetto che non vengono mai meno, neppure quando la sua mente e il suo corpo inseguono altre chimere. Il suo grande amore è stato il cugino Camille, morto in guerra, che il padre di Louise, con il quale la donna ha un rapporto stretto, a tratti morboso, non le ha permesso di sposare. Il dolore per il fratello, morto al rientro dal fronte, l’affetto per Garance, l’allieva di pianoforte e l’irresistibile passione per un vicino di casa si alternano e si sovrappongono nella mente e nei sensi di Louise, in balia delle proprie forti sensazioni, dei propri dubbi e della vita che la trascina.
Nella finzione del romanzo tocca al Professor Trevor Stratton, che ha rinvenuto la scatola per caso (in realtà per intervento della segretaria Josianne), esaminare le varie tessere del mosaico per riportare in vita Louise. Interpreterà fotografie, brevi note, intuirà la funzione che hanno avuto le delicate forbicine, si fermerà davanti agli spartiti poiché non sa leggere la musica (al lettore il piacere di farlo, se ne è in grado: servirà a completare il mondo di Louise). La storia che ne ricaverà sarà semplice, quasi banale, ma questo lavoro lo assorbirà a tal punto da stringere il suo legame con Josianne ma anche con la stessa Louise, in una sorta di transfer mentale che sconfina nel fisico.
Malgrado l’apparenza giocosa, con le immagini che si alternano alle righe di scrittura, questo non è un libro da prendere con leggerezza. Il lettore ha bisogno di attenzione e impegno per mettere insieme i vari elementi, quasi collaborando con Stratton nella ricostruzione. I primi capitoli ci rendono partecipi degli orrori della guerra, quelli che Louise ha vissuto solo attraverso il dolore provato per i propri cari; la seconda parte del libro, pur risultando la più coinvolgente, eccede forse nel numero e nell’approfondimento descrittivo degli atti sessuali, e a volte mette a dura prova le persone più sensibili nel descrivere i pensieri di Louise che si rapporta alla religione, nel suo ostinato rifiuto del concetto di peccato e nel trattarla quasi come fosse una vecchia superstizione della quale burlarsi. Ma anche questo fa parte del fascino di Louise: non siete curiosi di conoscerla?
Vita privata di una sconosciuta
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