Vivere in un castello
- Autore: Brigitte Coppin
- Genere: Libri per bambini
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2015
Nella Collana “Pop-up e co.” è disponibile “Vivere in un castello” (Editoriale Scienza 2015, titolo originale Vivre dans un chateau fort, traduzione di Micol Doria) di Brigitte Coppin, dedicato ai bambini dai sette anni, che mostra, attraverso grandi scenari illustrati da Deborah Pinto, la vita in un castello medievale, raccontando storie di signori feudali e cavalieri, tornei e assedi.
“Corre l’anno 1230, è il XIII secolo e in tutta Europa si costruiscono migliaia di castelli. In uno di questi edifici fortificati vive il signore feudale con il proprio seguito. Fuori dalle mura si estendono i suoi possedimenti: terre coltivate, foreste e villaggi.”
Nel castello risiedeva il signore, il quale offriva protezione e sicurezza. La costruzione, solitamente posta nel punto più alto, era un complesso architettonico con uno o più edifici fortificati dove il signore, se non era in guerra a combattere, amministrava le sue proprietà e dirimeva controversie giuridiche. Aveva le sue stanze principali nel mastio, la torre più robusta e alta del castello, che serviva a mostrare la sua potenza. Nel XII secolo i villaggi sorti intorno al castello si espandono. I contadini che vivevano sulle terre del feudatario pagavano l’affitto in denaro e con parte del loro raccolto, aiutati dai loro figli, utilizzavano il mulino, il frantoio e il forno del loro signore. La casa dei contadini aveva il pavimento in pietra o in terra battuta, il focolare posto in un angolo del pavimento rischiarava l’interno e cercava di dare calore. Nel giorno di mercato i contadini vendevano i loro prodotti in un’epoca in cui i cereali, mais, segale avena erano alla base dell’alimentazione. Una parte delle foreste che circondavano il castello erano riserve di caccia dove il signore e il suo seguito catturavano cervi, daini, cinghiali e altra selvaggina. Il castello era prima di tutto una fortezza con un valido sistema difensivo in cui uomini armati vivevano stabilmente per assicurarne la difesa. In questa struttura ben organizzata c’era posto anche per divertirsi. Una di queste occasioni si verificava quando la figlia del castellano si sposava.
“Oggi il cavaliere diventa vassallo del signore feudale e sposa la sua figlia più giovane.”
Il feudatario concedeva al futuro marito di sua figlia alcune terre, in cambio il cavaliere prometteva aiuto militare. Ricordiamo ai lettori più giovani che il signore del castello è vassallo del signore che comanda la regione e che tutti i feudatari del regno lo sono a loro volta del Re. Questa rigida gerarchia si chiama vassallaggio. Mediante la cerimonia dell’omaggio, in cui il cavaliere pronuncia il giuramento di fedeltà con le mani giunte in quelle del suo signore, viene sancito questo vincolo.
Gli sposi, ubbidendo ai loro genitori si sposavano per interesse.
La cerimonia matrimoniale avveniva nella cappella del maniero le cui finestre erano abbellite da vetrate colorate e decorate. Un menestrello allietava gli astanti suonando il liuto componendo poesie e narrando racconti cavallereschi. In questo microcosmo che aveva le sembianze di una piccola città, il cortile faceva le veci di una piazza. Erano presenti la fucina del fabbro, una rimessa per conservare la legna, il granaio, una sartoria, la piccionaia e il pollaio. Al castello era giunto l’ordine di raggiungere l’esercito del conte. Il signore, gli scudieri e i fanti indossavano abiti di combattimento pronti armi in mano per andare alla guerra
“L’equipaggiamento militare è al completo, sono pronti per partire!”
Concludiamo il nostro viaggio nel Medioevo in “lietezza”. La guerra era lontana ed era giunto il giorno del torneo, dove i cavalieri entravano in lizza. Verso il 1400 il torneo, che poteva durare anche diversi giorni, era diventato un evento mondano, uno spettacolo che donava fama e ricchezza a coloro che vincevano. Le donne avevano l’opportunità di mettersi in mostra scegliendo ognuna un suo concorrente. A fine gara il divertimento proseguiva con danze e un ricco banchetto.
“Vivere in un castello” è un volume interessante e curioso che racconta il sistema feudale nel quale il piccolo lettore può sollevare le alette, sfogliare i libricini, scorrere le pagine corredate da simpatiche illustrazioni. L’album, diviso in otto capitoli, appare concepito allo scopo di divulgare e insegnare catturando la curiosità di chi legge fino all’ultima pagina. Quindi la remota esistenza descritta nel libro non avrà più segreti.
“Anche il gatto ha il suo compito: cacciare i topi dal granaio!”
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