Voci di Sulayman Fayyad

Uno scrittore egiziano dallo stile rapido e incalzante per un romanzo edito nel 1972 che rimane tuttavia completamente disancorato dal tempo e dalle varie situazioni economiche e politiche che ben conosciamo ai giorni nostri.

In Voci, Sulayman Fayyad narra del ritorno al villaggio natio in Egitto di un uomo che ha fatto fortuna all’estero e desidera incontrare i famigliari e i conoscenti: ritorna con progetti per il suo villaggio sorretti dalla sua ricchezza e, soprattutto, ritorna con una moglie parigina.
Molte sono le voci - così come recita il titolo - che raccontano dei preparativi fatti perchè il villaggio appaia al suo meglio, perchè le persone si presentino con i loro abiti della festa, e tutte queste persone esprimono desideri e speranze, nell’attesa dell’arrivo dell’uomo che ha avuto tutte le fortune.
E tuttavia, sarà lo scontro brutale fra due mentalità così distanti e fra due culture così profondamente diverse che volgerà la breve visita tanto attesa in un dramma intriso di ignoranza e superstizione.
E la lente attraverso cui guarderanno i miseri abitanti del povero villaggio sarà proprio la moglie francese: vi vedranno certamente tutto lo splendore dell’occidente, ma vedranno anche l’arretratezza e il disinganno delle loro tradizioni in cui naufragano le possibilità di mutua comprensione.
Non serviranno i soldi, non servirà il successo e il profumo di novità, perché il protagonista ritornerà alla sua vita all’estero e agli abitanti del villaggio non resterà attaccata che l’invidia e la cieca rabbia rovinosa degli ultimi che non hanno speranza di una vita migliore.

Voci di Sulayman Fayyad è un bel romanzo che tocca temi sempre attuali, perché i sentimenti più corrosivi quali la gelosia e l’invidia li ritroviamo intatti proprio dentro di noi e non si possono sempre mascherare da presunti valori legati alle tradizioni o alle varie credenze religiose.