Votate Robinson per un mondo migliore di Donald Antrim

Votate Robinson per un mondo migliore di Donald Antrim: un libro che appena uscito diventa un successo, un romanzo che è diventato un classico, un monito per la società. Una favola nera che diverte e angoscia al tempo stesso.

Favola nera e grottesca, questa storia porta con sé il sorriso e contemporaneamente uno stato di angoscia tanto più grande quanto più la lettura avanza. Un’angoscia i cui presupposti sono rintracciabili nella parte iniziale del libro, con quella descrizione di cittadina perfetta, quasi da sogno americano, o meglio di quella borghesia americana, che vedeva nelle villette ordinate, nella famiglia da “Mulino Bianco”, in quella sorta di dorato isolamento, la perfezione esplicandosi quasi in chiusura contro ogni forma di intrusione. Ne sono un esempio le buche popolate da serpenti o riempite di oggetti taglienti o canne appuntite nei giardini delle case. Ne è l’esempio lo scudo missilistico che causa un disastro interno e che è motivo della sentenza di morte per il primo cittadino.

E’ a questo punto che il Pete Robinson del titolo del libro, nonché voce narrante, pensa che potrebbe diventare sindaco, cercando di giungere a quel mondo migliore anelato dal ceto medio e che non prevede soluzioni diverse da quelle teorizzate. E per lui, insegnante elementare e esperto di storia della tortura (l’ex professore è inoltre convinto che la società moderna derivi in qualche modo da tutto un sistema di torture che dall’antichità si è evoluto fino ai nostri giorni), tutto deve avere inizio dall’istruzione delle nuove generazioni. Ma il disastro è nuovamente nell’aria. Pete Robinson spingerà all’estremo l’isolamento della cultura borghese trovandosi così lontano dalla primordiale natura incarnata invece dalla moglie, quando questa in un esperimento psicologico ritrova il suo vero essere in un preistorico celacantide.
Lui invece si ritrova legato alla terraferma, come un bufalo, incapace di lasciarsi andare, di nuotare liberamente, trovando la forza nel gruppo che lo segue e lo sostiene e che tende a travolgere tutto, distruggendo quello che trova lungo il suo passaggio.

Come non vedere un’analogia col mondo occidentale odierno (il romanzo risale al 1993) che nel suo tentativo di difesa non fa altro che chiudersi rischiando un’autodistruzione?