W o il ricordo d’infanzia
- Autore: Georges Perec
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2005
Due testi si intrecciano in questo libro frammentario, obliquo, mercuriale:
La narrazione
Come un nome, Gaspard Winckler, può unire un disertore e un bambino? Ma non è in fondo lo stesso individuo a essersi perso tanto tempo prima, da piccolo, a dover ripercorrere a ritroso il suo cammino e tuffarsi nel buio inchiostro dell’oblio per recuperare la sua infanzia? Il peso di un’assenza, la paura del passato, l’indicibile che innesca il processo di scrittura.
La biografia di Georges Perec
È Georges Perec ad aver negato per anni la sua infanzia, ad aver seppellito i ricordi, soffocato il dolore per l’assenza del padre, figura genitoriale fantasmatica e labile, non più concreta di una fotografia in bianco e nero, l’unica che lo ritragga.
È Georges Perec ad essersi per così lungo tempo trincerato dietro il ferreo giogo della scrittura, quella stessa che proprio ora invece sfodera le sue trappole e lo smaschera suo malgrado. I ricordi ci sono, ma volatili e confusi; l’infanzia è esistita, anche se vittima innocente della guerra, dei campi di concentramento. L’indicibile preme per uscire dalla penna e scorrere come un fiume in piena, senza limiti e senza confini, per giungere alla verità.
Il momento di lanciarsi nel vuoto è arrivato, fidandosi di quel paracadute che siamo noi e nient’altro che noi, il nostro spazio mentale nel nostro limite fisico, l’onestà di riconoscersi vivi, di accettare il proprio progredire, di ricordare. La scrittura è la traccia di un’esistenza, ne fissa il ricordo altrimenti sfocato, ritrova la tenerezza di un’infanzia sopita.
Georges Perec rappresenta un unicum nel panorama letterario contemporaneo. La sua meravigliosa capacità di chiedere aiuto e disperarsi senza mai urlarlo, ma polverizzando se stesso tra le maglie dei suoi personaggi, delle sue situazioni, lo rende così perfetto e così disarmante, così incompreso e forse sconosciuto ai più.
Perec non è uno scrittore facile: è spesso pesante, ridondante, eccessivo, con quella sua minuzia maniacale, quella sua scrittura lenticolare. Difficile apprezzarlo, ma non impossibile. È un poeta dell’indicibile.
W o il ricordo d'infanzia
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