XXI secolo
- Autore: Paolo Zardi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
XXI secolo di Paolo Zardi è uno fra i libri candidati alla sessantanovesima edizione del Premio Strega. Il romanzo, dai tratti distopico – pessimistici, è ambientato in un futuro non precisato ma che, dalle descrizioni, non è così lontano dal presente.
“A ben vedere il mondo non era finito. Si era solo spostato da un’altra parte, più a est, più a sud. L’Occidente aveva esaurito la sua spinta propulsiva. Gli occidentali non erano più il maschio alfa. Anzi avevano preso a vergognarsi delle proprie origini. Era stato bello finché i soldi non erano finiti. E allora mezzo miliardo di persone in sovrappeso, sprofondate da una settantina d’anni in un agio un po’ ridicolo,- da tardo impero – si erano trovate, improvvisamente, a dover combattere per sfamarsi... Nella battaglia per la sopravvivenza si salvavano gli ucraini, i bulgari, i moldavi, i marocchini, qualche nigeriano – gente venuta su in una sorte di privazione atavica, già allenata alla lotta...”
Fa da sfondo alla vicenda che avviene in Italia, in una città, però, non precisata, un paesaggio melanconico, triste. Piove, infatti, assai spesso, poche sono le note di colore del paesaggio e anch’esse appaiono comunque assai stridule rispetto alla desolante realtà.
Protagonista di XXI secolo di Paolo Zardi è un uomo, marito e padre affettuoso, venditore di depuratori d’acqua e ancora fiducioso nel futuro: egli vede, un giorno, cadere i propri sogni. Sua moglie Eleanor, di origine austriaca, in seguito a un ictus, cade in coma e lo lascia in preda a tante responsabilità, prima fra tutte quella di prendersi cura dei due figli, Miriam e Marco, di soli tredici e sette anni. L’uomo li affida temporaneamente alla madre, un tempo, nel secolo precedente, sarta di successo, ora dall’aspetto avvizzito dagli anni e dalle sofferenze. Lo aiutano anche i cognati mentre irraggiungibile è Emma, la gemella della moglie, identica a lei nei tratti somatici ma dal carattere estremamente dissimile.
Eppure, con il passare dei giorni, anche la sua Eleanor svelerà lati della propria personalità e vita che all’uomo erano sconosciuti. Questi, infatti, nel rovistare nell’armadio alla ricerca di biancheria di ricambio da portare in ospedale, trova nascosto un cellulare che, inizialmente, non riesce ad aprire poiché non conosce il PIN. La scheda SIM, però, parla già da sé e mostra foto della moglie in atteggiamenti inequivocabili che raccontano di una storia di sesso e forse d’amore con un uomo che non è lui, suo marito.
Questa è la parte centrale della vicenda che non verte solo sul desiderio del protagonista di conoscere chi sia stata veramente in quegli anni Eleanor, ma anche sul significato della loro unione e sull’intensità di essa. Sono i figli, spesso, a far da guida al padre. Gli sveleranno piccole cose che facevano parte della loro quotidianità. In famiglia, per esempio, ci si prendeva cura di Bepi, un cagnolino di cui il padre nulla sapeva. Ora, nel momento in cui tutto è cambiato, Bepi diviene parte di quel nucleo e, anzi, si rivela di molta compagnia.
L’autore termina la storia con Eleanor ancora in coma, ma fa compiere al protagonista gesti salvifici: sarà lui a prendersi cura a tutti gli effetti dell’intera famiglia, proprio ora che, per l’ennesimo blackout, il paesaggio del XXI secolo è in fiamme; sarà lui che, toccando il fondo della disperazione, riemergerà dal dolore con il perdono della storia extraconiugale della moglie e deciderà, comunque, di prendersi cura di lei anche sottraendola all’ambiente ospedaliero ma non facendole mancare le attenzioni e le premure necessarie.
E’ un romanzo davvero significativo quello di Paolo Zardi, una storia in cui la desolazione tutto pare soverchiare ma in cui l’amore è più forte e tenta, comunque, una via di fuga. Similmente a “La vita in tempo di pace” di Francesco Pecoraro, anche in questa vicenda è presente la malinconia per il passato mista all’amarezza per un tempo presente per i protagonisti e futuro per i lettori; in XXI secolo, inoltre, il tempo a venire assume aspetti ancor più tragici. Attraverso i due scritti, quello di Zardi in particolare, la lotta atavica tra razze e nazioni, seppur ardua, non ha la meglio per mezzo della forza fisica, bensì si cerca un riscatto con il senso di consapevolezza e l’amore, sentimenti che traspaiono da tante pagine.
XXI secolo
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Esiste un mondo meraviglioso, nel quale sono entrata più o meno tre anni fa e dal quale non ho nessuna intenzione di uscire. È un mondo che ti regala cose in grado, ogni volta, di sorprenderti. È fatto di persone che, con amore, dedizione, passione, sudore e sacrifici, sono in grado di tirar fuori, sempre, la bellezza. È un mondo che non ti delude mai. È un porto sicuro.
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È un mondo che regala cose come questa, perché sceglie di dare voce alla qualità.
XXI Secolo è la storia di un amore enorme, che va al di là di qualunque cosa, va al di là del tempo, dell’abitudine, della quotidianità, delle difficoltà, va al di là di un mondo nel quale non si riesce più a vivere, va al di là del tradimento.
Ambientato in questo nostro secolo (definito dall’autore come il secolo più stupido della storia dell’umanità), ma non oggi, fra qualche anno, un futuro non molto lontano, un futuro che, se andiamo avanti così, sarà tipo l’Apocalisse, XXI Secolo mi ha messa in discussione dalla prima all’ultima pagina, mostrandomi il mondo che potrei lasciare ai miei figli, considerate le attuali fondamenta, che sono già macerie, trasmettendomi l’amore assoluto di questo venditore portata a porta di depuratori d’acqua che, nonostante la crisi economica e una povertà “che non aveva più mezzi per nascondersi”, riesce ogni giorno a portare a casa il suo obiettivo, avendo come unica ragione di vita la sua famiglia, e raccontandomi il suo tentativo disperato di capire cosa possa nascondersi dietro ad una tradimento picchiatogli in testa inaspettatamente, come un vaso da un balcone.
“Opera al contempo intima e universale, XXI Secolo è una domanda fondamentale sull’identità e sulla capacità dell’animo umano di sondarne le profondità più nascoste; è il tentativo di comprendere quale significato possano ancora avere, negli anni che ci attendono, la parola “amore” e le sue molteplici forme.”
La scrittura di Paolo Zardi è pulita, scorrevole, diretta; l’avevo già apprezzata con “Antropometria” e sono molto contenta di aver trovato una nuova conferma.
Candidato al Premio Strega 2015, proprio due giorni fa, XXI Secolo è entrato tra i 12 finalisti! Non sono una “fan” dei premi letterari perché temo sempre che, alla fine, diano onore e visibilità ai soliti noti, ma è chiaro che questa è una conquista importantissima per la NEO. edizioni, per Francesco, per Angelo e, tantissimo, per questo scrittore vestito da ingegnere informatico, che, per fortuna, ogni volta che può, si mette a creare dei capolavori.