Quello del Natale è un momento di profondo raccoglimento e di riflessione. In questo frangente, quindi, la poesia si adatta perfettamente allo scopo. È, infatti, il genere letterario per eccellenza dedicato all’estrinsecazione dei pensieri dell’animo. Non è un caso, quindi, se sono diversi i poeti che hanno dedicato alcuni dei loro componimenti al Natale, declinati alla celebrazione della nascita di Gesù Cristo o ad altri momenti della festività.
Tra questi oggi abbiamo scelto la poesia di Umberto Saba, A Gesù bambino, un componimento davvero adatto alla lettura nella notte di Natale a grandi e piccini.
A Gesù bambino: il testo della poesia
La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te, Santo Bambino!
Tu, Re dell’universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
Gesù, fa’ ch’io sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.
Fa’ che il tuo dono
s’accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,
nel Tuo nome.
A Gesù bambino: parafrasi
È giunta la notte e in cielo brilla la stella cometa che ha indicato il cammino. Sono arrivati al tuo cospetto, Santo Bambino! Tu, Re dell’universo, ci hai insegnato che tutte le creature del mondo sono uguali e che vengono distinte solo dal grado di bontà che le contraddistingue, bontà che è un tesoro immenso assegnato in maniera analoga al ricco come al povero. Gesù, rendimi una buona persona e fai in modo che nel mio cuore ci sia solo dolcezza. Fai in modo che il tuo dono aumenti ogni giorno in me e che io sia in grado di diffonderlo attorno a me in tuo nome.
A Gesù bambino: analisi del testo e commento
È arrivato il culmine delle festività natalizie: siamo nella notte Santa e Gesù è appena nato. Nella poesia di Umberto Saba questo momento viene identificato con la classica iconografia legata alla natività: la stella cometa (v. 2) che ha guidato i fedeli adoranti e persino i Re Magi da luoghi remoti.
Introdotto il momento storico e della giornata, poi, quasi tratteggiando il classico quadro della natività con Giuseppe e Maria accanto al Santo Bambino (v. 4), Saba sposta l’attenzione a una tematica intima: il momento di preghiera e raccoglimento tradizionalmente associato alla nascita di Gesù Cristo. In questa poesia la preghiera è legata al tema della bontà (v.8) e della gentilezza. Se, infatti, il Creatore ha reso tutti gli esseri viventi della Terra uguali tra di loro (v. 7), ha però anche instillato in loro l’unica caratteristica che permette di distinguerli.
Stiamo parlando, appunto, della bontà, che non conosce barriere sociali (v. 10) e che viene donata (v. 13) a qualunque essere umano. A questo punto, però, viene introdotto un tema molto caro alla religione cristiana: il libero arbitrio. Non è scontato, infatti, che tutti decidano di coltivare la bontà e la gentilezza nel loro quotidiano; per questo il poeta chiede, proprio rivolgendosi a Gesù, di essere d’animo buono e di riuscire a diffondere questa gentilezza e generosità alle persone introno a lui.
A Gesù bambino, quindi, si configura come una poesia di ringraziamento per il profondo amore profuso nei confronti dell’umanità, ma anche di richiesta, connotata però in maniera altruista (vv. 15/16). Rimaniamo quindi, in un’ottica tipicamente cristiana: il pensiero del prossimo deve rimanere costantemente affiancato al pensiero per la propria persona.
A Gesù bambino: metrica e retorica
A Gesù bambino è un componimento poetico di 16 versi di lunghezza variabile (dal quinario all’endecasillabo) a schema libero, formato da una strofa unica di versi piani in cui sono presenti due coppie di versi (vv. 3/4, 11-13) a rima baciata.
Il resto dei versi presenta, invece, molteplici assonanze, figura retorica del suono che non ha la stessa potenza estetica della rima, ma che crea comunque un ambiente sonoro suggestivo in tutto il componimento. Nello specifico le consonanze sono presenti ai versi 1 – 2 (scesa/cometa), versi 5 – 9 (universo/immenso), versi 13 – 14 (dono/giorno).
Vediamo, poi, che Gesù bambino viene descritto tramite diversi sintagmi: Santo Bambino (v. 4), Re dell’universo (v. 5), Gesù (v. 11), tutte espressioni che rientrano nell’antonomasia legata al Salvatore.
Troviamo diverse parole derivate dal campo semantico della bontà (vv. 8, 11) e della seconda persona singolare: Te (v. 4), Tu (v. 5), tuo (vv. 13, 16).
Infine troviamo l’anafora del che ai versi 7, 8 e 12.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: A Gesù bambino: testo e analisi della poesia natalizia di Umberto Saba
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