Questo bacio vada al mondo intero di Colum McCann

Siamo nell’ormai lontano 7 agosto 1974, molto tempo prima del tremendo 11 settembre 2001. Sullo sfondo le indimenticate Torri Gemelle (Twin Towers) nel World Trade Center di New York.
Inaugurate da poco più di un anno, il 4 aprile 1973, erano ammirate come le più alte del mondo, ma quella mattina in particolare attirarono l’attenzione di una New York frenetica, che pullulava di persone in movimento verso i vari posti di lavoro. Tutti gli occhi rimasero fissi tra i due grattacieli per seguire un puntino nero sospeso a un filo che riuscì a camminare da una torre all’altra senza alcuna protezione. Il puntino nero era Philippe Petit, un acrobata francese, che dopo anni di allenamento osò e superò questa impresa.
La vita si fermò per un po’, così come i problemi e le attività di una città, colta di sorpresa da questo evento improvviso e straordinario. Tutti con il fiato in sospeso seguirono questi momenti con grande trepidazione.

L’autore di “Questo bacio vada al mondo intero”, Colum McCann, è riuscito a inserire con maestria la narrazione di vari abitanti della Grande Mela, facendoci conoscere le loro singole realtà, colte proprie nei giorni del grande evento o contemporaneamente.

I fratelli Corrigan, irlandesi, le prostitute che ruotavano intorno a loro, il gruppo improvvisato di cinque mamme in lutto, due pittori drogati, Tillie, Jazzlyn e le sue due bambine, il giudice Solomon Sodenberg molto interessato al caso del funambolo .
Sono tredici racconti in qualche modo collegati tra loro, ma con diverse peculiarità, tutti pieni di passione, fragilità e sofferenza, ma che proprio Philippe Petit alleggerisce catalizzando l’attenzione generale mentre, in pochi minuti (circa 45), percorre con un’asta, due scarpette e una calzamaglia nera la distanza tra i due grattacieli, sospeso ad un cavo metallico all’altezza di 480 metri!

“Il funambolo era ancora più piccolo di come Sodenberg se l’era immaginato. Vispo. Camicia e calzamaglia nere. Curiose scarpette da ballo ai piedi. C’era in lui perfino un che di scialbo. Biondino, poco più di vent’anni, il tipo che avrebbe potuto fare il cameriere nel quartiere dei teatri. Nondimeno emanava sicurezza…”.