La bambina che non poteva sognare
- Autore: Bina Shah
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2011
Il volume “La bambina che non poteva sognare” di Bina Shah cattura sin dalle prime righe, imprimendo immediatamente nella mente le immagini vivide di Karachi, città natale della giovanissima protagonista del romanzo.
Laila, così piccola ma allo stesso tempo così forte e determinata, è quasi un’eroina dei nostri giorni, capace di non arrendersi e di combattere per la sua vita e per la sua felicità.
Nella mente di una bambina di nove anni che, suo malgrado, già conosce le cose del mondo, vi è la speranza di una vita migliore.
Questa speranza la tiene in vita, le infonde il coraggio di proseguire nelle sue scelte e nel cammino intrapreso, ma non le fa mai dimenticare quei pochi affetti a cui si sente irrimediabilmente legata.
“Avevo imparato il nome della malattia di cui forse soffriva mia sorella, ma quella parola mi galleggiava dentro al di là della mia comprensione, senza logica né significato, come succede quando ripeti la stessa parola per parecchie volte e questa perde ogni senso. La cosa peggiore era che oggi avevo visto mia madre sull’orlo di una disperazione che non sapevo potesse esistere. Sapevo che vivevamo in un posto in cui nessuno avrebbe mai voluto stare, bastava solo guardare quanto fosse sporca e schifosa la colonia Shah per rendersi conto che noi stavamo sul gradino più basso. Ma, in modo un po’ infantile, sentivo di essere al sicuro, anche in tutto quello sporco e schifo. Non importava quanto fossimo poveri, eravamo una famiglia, avevamo una madre e un padre, un tetto sulla testa, cibo ogni giorno. Non importava quanto fosse fastidiosa Jumana, lei era la mia sorella maggiore, e ci prendevamo cura l’una dell’altra. Ma oggi avevo scoperto che il pavimento poteva crollarti sotto i piedi, e non potevi farci proprio niente”.
La letteratura contemporanea è ricca di romanzi che narrano le storie, le vicissitudini, di bambine e di donne che vivono in paesi lontani e che respirano, trasudano, culture diverse dalla nostra. Culture che a volte sembrano così lontane da quella occidentale ma che, per certi aspetti, si trovano, invece, ad essere simili.
Le donne, ovunque esse si trovino, qualunque formazione assorbano, possono riuscire a comprendersi.
“La bambina che non poteva sognare”, attraverso lo sguardo infantile e la voce decisa della piccola Laila, distinguendosi sublimemente da altri testi ambientati in paesi mediorientali, riesce ad insegnarci tutto questo.
Il volume di Bina Shah, equilibrato e scorrevole, terrà il lettore incollato dalla prima all’ultima pagina.
La bambina che non poteva sognare
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