È Mario Desiati con il romanzo Spatriati, edito da Einaudi, il vincitore della 76esima edizione del premio Strega. Lo scrittore festeggia senza bere il liquore Strega come vuole la tradizione, ma ripromettendosi di brindare nella sua Puglia.
Composto, gentile, educato ma soprattutto lucido. Desiati dedica la vittoria a un’altra autrice pugliese Mariateresa Di Lascia, che nel 1995 vinse il premio postumo con il romanzo Passaggio in ombra, e all’amico Alessandro Leogrande, scrittore e giornalista scomparso nel 2017.
Infine il vincitore del premio Strega 2022 ha voluto dedicare un pensiero alle “anime che lavorano al mondo del libro italiano” che spesso si ritrovano immerse nelle paludi del precariato. Desiati che conosce bene il mondo dell’editoria e le sue dinamiche, al termine dell’intervista, conclude: “Non basta solo la passione, a volte ci vuole anche un contratto vero.”
Allo scrittore pugliese il merito di aver portato sul palco dello Strega tanti temi caldi del nostro presente: in una sola serata Mario Desiati ha saputo parlare di femminismo, precariato lavorativo, diritti civili e persino dell’importanza della schwa. Tutti temi che, a ben vedere, si ritrovano mescolati e ricomposti nelle pagine del suo romanzo.
I protagonisti di Spatriati, Claudia Fanelli e Francesco Veleno, sembrano racchiudere le contraddizioni, le inquietudini e le nevrosi della società contemporanea. Gli “spatriati” sono i raminghi, i senza meta, gli irrisolti, coloro che sono sparpagliati, incerti. Ma in fondo sono anche gli autentici, gli unici capaci di essere pienamente se stessi in una società votata al conformismo e all’omologazione. Il romanzo può essere letto come la storia di una ricerca inesausta della propria identità che spesso trascende nella perdizione, perché spesso perdersi è l’unico modo per ritrovarsi interi.
I personaggi di Desiati vivono alla deriva, immersi nel fluire costante della vita, e non trovano il proprio centro. Sono uccelli migratori che lasciano il nido per esplorare terre nuove, come la lontana Berlino. Eterni vagabondi, sembrano non avere radici né una meta precisa, sono guidati da un’unica costante: l’anelito alla libertà. Ciò che vogliono innanzitutto è ribellarsi all’ipocrisia delle convenzioni sociali, delle regole familiari che soffocano come una prigione e rendono infelici. Essere “spatriati” significa questo: non sottostare ai ruoli che la società vuole imporre, non indossare maschere, non avere travestimenti.
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Gli “spatriati” ha spiegato Mario Desiati nella cerimonia di presentazione della cinquina del premio Strega sono “gli irregolari”. Nel dialetto del Sud infatti “spatriato” significa irregolare, illegittimo, interrotto, a volte persino vagabondo. Può avere anche un’accezione negativa, ma Desiati lo abbina soprattutto alla ricerca dell’identità: Claudia e Francesco sono personaggi fluidi, inquieti, costantemente impegnati nella ricerca e nella costruzione di sé. C’è chi ha visto in loro il ritratto più compiuto di una generazione imperfetta.
Un libro che racconta quanto la ricerca di se stessi sia fondamentale per trovare il proprio posto nel mondo. Mario Desiati lancia un messaggio forte che si pone a difesa di molte minoranze e che oggi è più importante che mai ribadire.
Ma che dire invece del loro autore? Mario Desiati può definirsi uno “spatriato”? Cerchiamo di scoprire di più sulla vita e le opere pubblicate dallo scrittore pugliese.
Mario Desiati: la biografia
Il paesaggio murgese della Valle d’Itria che fa da sfondo a Spatriati è anche la terra natale dell’autore. Mario Desiati è nato nel 1977 a Locorontondo, in provincia di Bari ma è cresciuto a Martina Franca, vicino a Taranto.
Prima dell’esordio letterario ha lavorato come giornalista occupandosi di cronaca politica e sportiva sulle testate di provincia, come Il Corriere della Valle d’Itria. In seguito alla laurea in giurisprudenza conseguita presso l’Università di Bari, ha lavorato in uno studio legale scrivendo alcuni saggi sulla responsabilità civile.
Il 2003 è stato l’anno della svolta. Mario Desiati si è trasferito a Roma, dove è stato caporedattore della rivista letteraria Nuovi Argomenti e redattore junior della Arnoldo Mondadori Editore. Ha pubblicato il suo romanzo d’esordio Neppure quando è notte, edito da Pequod, nel 2003. Tre anni dopo è stato il turno di un altro libro Vita precaria e amore eterno, pubblicato da Mondadori nel 2006, che ha vinto il premio Paolo Volponi per l’impegno civile.
Mentre la sua carriera letteraria si avviava, dal 2008 all’ottobre 2013 ha proseguito nel lavoro di editor occupandosi della direzione editoriale della Fandango Libri. Ha scritto molti altri romanzi, tra i quali ricordiamo in particolare l’ultimo Candore, pubblicato da Einaudi nel 2016.
Oggi vive in bilico tra Roma e Berlino e collabora con diverse testate giornalistiche nazionali, come La Repubblica e L’Unità.
I suoi libri sono stati tradotti in inglese, tedesco, francese, spagnolo, olandese, coreano. Da un suo romanzo, Il paese delle spose infelici, è stato tratto un film diretto da Pippo Mezzapesa del 2011 presentato in concorso al Festival del cinema di Roma.
Mario Desiati: le opere
Tra le opere di maggior successo di Mario Desiati ricordiamo Ternitti (Mondadori, 2011) candidato al premio Strega 2011. Narra la tragedia del lavoro che nutre eppure a volte uccide. È la storia di Mimì Orlando, una ragazzina costretta a lasciare la Puglia dorata per seguire il padre nella grande fabbrica svizzera che produce “lu ternitti”: l’eternit, promessa di ricchezza per migliaia di emigranti. Tornerà in Puglia da adulta, e si troverà a lottare accanto alle sue colleghe in fabbrica sino all’ultimo respiro roso dal mesotelioma da amianto, una malattia che si insinua nei polmoni e lentamente uccide.
Recensione del libro
Ternitti
di Mario Desiati
Il paese delle spose infelici (Mondadori, 2009), da cui è stato tratto il film omonimo, ci trasporta invece in nella magia quasi surreale della Puglia. Nella luce immobile di un’estate quasi stregata c’è un gruppo di ragazzini innamorati di una donna: Annalisa. È lei il centro delle loro vite. Tuttavia chi la ama sa di non poter essere ricambiato mai. Sullo sfondo il profilo minaccioso dello stabilimento siderurgico di Taranto.
Recensione del libro
Il paese delle spose infelici
di Mario Desiati
Un altro successo è Candore, pubblicato da Einaudi nel 2016, un romanzo ironico sul desiderio e la trasgressione che narra la fascinazione del proibito. Protagonista è il giovane Martino Bux che appare come una sorta di Oblomov moderno, trascorre tutto il giorno in pigiama a guardare film porno. Una narrazione ironica e tenace che tuttavia commuove proprio per l’impotenza del suo personaggio.
Recensione del libro
Candore
di Mario Desiati
Ora invece vi raccomandiamo di leggere Spatriati, l’avvincente romanzo di Mario Desiati vincitore del premio Strega 2022. È una storia scritta con la carne e con il sangue e con le lacrime, una storia che ci restituisce personaggi vivi e veri. E quando la letteratura si fonde con la vita in fondo si compie sempre un piccolo miracolo.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Premio Strega 2022: vince Mario Desiati con “Spatriati”
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