Il club delle vecchie signore e altri racconti
- Autore: Georges Simenon
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2017
“Il club delle Vecchie Signore e altri racconti” (Adelphi, 2017, traduzione di Leopoldo Carra) è la quarta antologia dedicata all’Agenzia O, contenente quattro dei quattordici racconti scritti dall’autore belga Georges Simenon (Liegi 1903-Losanna 1989) nel giugno del 1938, che vennero in seguito pubblicati sul periodico Police-Roman del 1941, raccolti in volume nel 1943.
Tra il 1929 e il 1962 Georges Simenon scrisse ben 178 racconti, tra i quali, Il prigioniero di Lagny (Le prisonnier de Lagny), Il club delle vecchie signore (Le Club des Vieilles Dames), Il dottor Beccamorti (Le docteur Tant-Pis) e Il ricatto dell’Agenzia O (Le chantage de l’Agence O) presenti nel libro.
Quattro nuove e imperdibili avventure dell’ex ispettore Joseph Torrence per quindici anni in forza presso la polizia giudiziaria parigina al Quai des Orfèvres, braccio destro di Maigret, poi a capo dell’Agenzia O, e del suo socio, il geniale Émile. Dopo questi quattordici racconti Simenon abbandonò al loro destino i quattro protagonisti di queste indagini scanzonate e piene di humour. Ma è valsa la pena di fare la loro conoscenza.
Il prigioniero di Lagny
“Il macinino dell’Agenzia O è rimasto sull’ultima strada carrozzabile, si fa per dire, a trecento metri da lì”.
Torrence, Émile e Barbet, l’organico maschile dell’Agenzia O al gran completo, hanno camminato annaspando in una specie di campo, poi il terreno è diventato molle e Barbet, l’ex borseggiatore riciclatosi detective, è sprofondato fino alla vita in una buca piena d’acqua. Sono le nove di sera, l’inverno sta volgendo al termine, ma dal cielo arrivano diluvi d’acqua gelida. Cosa fanno sulla riva del fiume Marna, al buio, i tre uomini dell’Agenzia O? È presto detto: quello stesso giorno, con la consegna delle cinque di pomeriggio, è arrivata presso la sede dell’Agenzia investigativa una lettera per la quale il postino ha richiesto una tassa. Il mittente, infatti, ha tralasciato di affrancare la busta. Una missiva sporca, macchiata di terra rossiccia, dove l’indirizzo scritto a matita era a stento leggibile.
“Signore, conosco l’Agenzia O. La scongiuro di impiegare tutti i mezzi dei quali disponete. Sono sequestrato da più di quattro settimane in un luogo che ignoro. Se per miracolo le giunge questa lettera, ecco alcune indicazioni che forse le permetteranno di scoprire la casa dove sono prigioniero...”.
Il club delle vecchie signore
“Il Club delle Vecchie Signore... Non ne ha mai sentito parlare?”.
“L’ottima” signora Pitchard raccontava a Émile, la mente geniale dell’Agenzia O, la storia di questo club al quale facevano parte soltanto le signore della buona società che avessero raggiunto l’età di cinquant’anni. I locali di questo circolo esclusivo nel quale non sono ammessi gli uomini, erano costituiti da un ampio appartamento in avenue Victor Hugo, a due passi dall’Étoile,
“e non è un caso che si trovino proprio sopra una pasticceria/gastronomia tra le migliori di Parigi...”.
Tutte le settimane la signora Pitchard aveva l’abitudine di invitare una delle signore appartenenti al club a passare il weekend nella sua villa a Triel. Quando era stata ospite la signora Sacramento, persona molto gioviale, ma anche di grande distinzione, trascorsa la notte nella dimora della signora Pitchard, era accaduto qualcosa di insolito. La padrona di casa, la mattina dopo, appena prima dell’alba, aveva scoperto che alla signora Sacramento era spuntata la barba! Era dunque un uomo!
“Émile deglutì e, grazie alla ripetizione di questo semplice esercizio per varie volte, riuscì a rimanere serio”.
Il dottor Beccamorti
“Il caso di cui l’Agenzia O si stava occupando quella sera era abbastanza insolito, e anche abbastanza confuso”.
Il dottor Maupin, massiccio, poco curato nella persona e per nulla socievole, era comunemente soprannominato dottor Beccamorti. Marie Delamain, giovane donna dall’aspetto modesto si era presentata nell’ufficio dell’Agenzia di Cité Bergère.
“Ho una zia, la signora Élisabeth Goron, che è vedova da parecchio tempo e vive da sola in una villa a Joinville. Ha cinquantacinque anni. Qualche anno fa ha conosciuto un medico che ha un ambulatorio in boulevard Beaumarchais e che ha iniziato a esercitare su di lei un fortissimo ascendente, il dottor Maupin... Io sono l’unica erede della zia. Ma sento che, sotto l’influenza del dottore, il suo atteggiamento nei miei confronti è cambiato”.
Marie Delamain accusava il dottor Beccamorti di avvelenare la zia. Non solo, l’anziana donna ora era scomparsa.
“Ho suonato a mia zia e non mi ha risposto... Nessuno l’ha vista e lei continua a non rispondere...”.
All’Agenzia O il compito di investigare.
Il ricatto dell’Agenzia O
“Signor Torrence, prego, ci segua alla Polizia giudiziaria...”.
Torrence, per quindici anni ispettore al Quai des Orfèvres e collaboratore preferito del commissario Maigret, era stato appena arrestato dai suoi ex colleghi con l’accusa di tentato ricatto nei confronti di un artista molto noto,
“lo scultore T., probabilmente il più famoso dell’epoca”.
Solo Émile con l’aiuto di Barbet avrebbe potuto liberare il grande capo da un’accusa tanto infamante quanto infondata.
“Povero Torrence! Avrebbe voluto riempirli tutti di elogi. Se l’era vista talmente brutta!”.
Il Club delle Vecchie Signore e altri racconti
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