La libreria dove tutto è possibile di Stephanie Butland

Sono stata sedotta dal titolo, un libro ambientato in una libreria che induce a pensieri, immagini. Esiste un posto dove tutto è possibile ed è la piccola libreria Giro di parole, nel cuore di York, che con i suoi libri ha indicato le scelte opportune alla nostra giovane protagonista, Loveday, nel cambiarle la vita e infonderle forza e coraggio. È la trama de “La libreria dove tutto è possibile”, romanzo d’esordio in Italia di Stephanie Butland, scrittrice britannica che vive nel Northumberland, ai confini con la Scozia. Una storia di ferite e di risoluzione, una piacevole scoperta e un’intrigante lettura. Stephanie Butland è diventata autrice dopo aver vinto la sua lotta contro il cancro: la malattia alla quale lei è sopravvissuta, come spesso dichiara nelle interviste, e che le ha cambiato la vita in senso positivo.

“I libri mi conoscono e mi fido di loro”

è la frase che la giovane Loveday, lettrice fin da bambina, ripete spesso a se stessa nei momenti di gioia e in quelli più bui. La libreria nella quale lavora da dieci anni, ne aveva quindici quando iniziò, è diventata la sua casa. Solo qui si sente al sicuro e solo qui può prendersi cura dei libri proprio come i libri si prendono cura di lei. È attraverso le pagine di “Anna Karenina” o di “Cime Tempestose”, che la giovane libraia riesce a comunicare le sue emozioni e i suoi sentimenti più profondi quali la solitudine e le passioni. Spigolosa, introversa, i libri le piacciono più delle persone. Giro di parole è una libreria che odora di carta e del fumo della pipa di Archie, il proprietario. Gentiluomo dai baffi rigogliosi, con indosso i suoi famosi panciotti, tra caffè e battute divertenti sa sempre cosa far acquistare, anche al lettore più svogliato.
L’odore del fumo fa tornare in mente a Loveday il ricordo del padre, l’odore delle sue sigarette. Era ancora una bambina quando il papà tornò a casa prima del tempo. Aveva perso il suo lavoro sulla piattaforma. La prima cosa che cambiò in casa, ricorda Loveday, furono le voci dei genitori: dapprima dolci, colloquiali, dopo grida. Venne data in affido a nove anni alla morte del padre, con la mamma condotta in prigione. È ancora vivo il ricordo della bellezza e della gentilezza della mamma cresciuta e laureatasi a Nottingham che le aveva insegnato l’amore per la lettura. Nella loro casa i libri non mancavano, da quelli dell’infanzia ai classici e il sogno di Loveday, sin da piccola, era di lavorare tra i libri. Con Archie è molto in sintonia. Intuiscono i gusti letterari dei clienti ed entrambi non tollerano le persone superficiali e fastidiose.

“Chiunque abbia lavorato in una libreria vi dirà che la gente compra i libri per i motivi più disparati. C’è il puro e semplice amore per i libri, la consapevolezza che lì dentro c’è una via di fuga, un’occasione per imparare, un posto per scatenare e far giocare la mente e il cuore”.

Una serie di casualità, come spesso accade nella vita di tutti, la riporterà indietro nel tempo, a ricordare la vita prima di allora. Tutto ha inizio nel raccogliere un libro di un poeta di Liverpool caduto sul marciapiede dalla tasca di qualche passante. Nathan, il mago giocoliere amante della poesia, lo aveva perso in tram. La sua conoscenza, un uomo gentile e affabile, metterà a dura prova il rapporto giunto al termine con Rob, bello e dannato, docente universitario somigliante a Mr. Rochester di “Jane Eyre”. E la consegna di una scatola piena di libri, per lo più classici con una copia rara de “L’amante di Lady Chatterley” e libri di cucina che sembrano essere appartenuti alla mamma, infiammerà la mente e il cuore di Loveday.

La propria famiglia, l’infanzia, la tragedia, la rinascita, se stessa, gli errori e i desideri. Tra citazioni di indimenticabili romanzi e di libri da scoprire, Loveday dovrà affrontare il passato per essere libera di vivere a pieno la sua vita.