Il mistero dei dischi volanti
- Autore: Franco Bandini
- Genere: Fantascienza
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mursia
- Anno di pubblicazione: 2016
Non UFO, ma OVNI. Fosse stato per le iniziali italiane, li avremmo chiamati oggetti volanti non identificati, OVNI, una bella differenza con l’acronimo inglese UFO, che li ha consegnati alla notorietà planetaria. Ostacolando la diffusione popolare del termine, l’ostico OVNI avrebbe in qualche modo abbassato la febbre mondiale scatenata attorno al fenomeno ufologico, anche se quello che attira grandi e piccoli resta “Il mistero dei dischi volanti”, ripreso nel titolo del saggio postumo del giornalista Franco Bandini, pubblicato in prima edizione Mursia nel 2016, nella collana Storia Biografie Diari (pp. 88, euro 10,00).
Bandini (1921-2004) è stato per oltre quarant’anni inviato speciale delle testate di via Solferino, dal Corriere della Sera a Europeo, e della rivista Tempo. Abituato a un giornalismo che non accetta le verità ufficiali senza opportune verifiche, è sempre stato apprezzato dal pubblico e allo stesso tempo guardato con fastidio dai potenti, per le sue tesi controcorrente sui grandi eventi italiani. Era considerato uno dei massimi esperti europei di intelligence e nel 1967 la Domenica del Corriere gli affidò un’inchiesta in tre puntate sugli extraterrestri, in collaborazione con i colleghi Giancarlo Masini e Bartolo Pieggi. Ricorreva il ventennale del primo avvistamento in Italia.
Ha poco più di settant’anni la storia ufficiale degli UFO, come li chiameremo, tralasciando OVNI, per carità del cielo. Settanta esatti, per quanto riguarda il nostro Paese, visto che gli italiani, alle prese con la ricostruzione postbellica, sentono parlare per la prima volta di extraterrestri e dischi volanti nel 1946. Il figlio di un noto industriale pescarese, sentito uno strano richiamo, uscì nella notte e scorse in cielo un corpo cilindrico nel mezzo dell’Orsa Minore. Dall’oggetto, vide staccarsene uno
“molto più piccolo, ma più luminoso, con la forma di un piatto rovesciato che, roteando vertiginosamente su se stesso ed emettendo bagliori stranissimi, si avvicinava con velocità impressionante, ingrandendosi a vista d’occhio”.
Da quel momento gli avvistamenti si susseguirono. Aeronautica, Servizi Segreti, Carabinieri, si occuparono del fenomeno OVNI sin dal 1950, quando si verificò la prima ondata di avvistamenti, tra marzo e maggio. Quattro anni dopo, una seconda ondata si allargò all’Inghilterra Francia, Europa occidentale, facendo salire la febbre per i dischi volanti, gli alieni e gli incontri ravvicinati.
Pur dichiarandosi scettico per mestiere, credendo solo ai fatti e sapendo bene come possano essere travisati o anche inventati di sana pianta, Bandini premette nell’ “Avvertimento” iniziale che il suo testo può essere considerato un "rapporto", nel quale la questione viene esaminata in tutti gli aspetti, compresi quelli ridicoli o grotteschi e non si esprimono pareri.
Si accennava ad un’origine dell’ufologia collocabile a far data dagli anni Quaranta del Novecento, ma che dire allora degli “scudi rotondi e ardenti” visti attraversare da Plinio il Vecchio il cielo di Roma un secolo prima di Cristo? E allora non c’era il minimo traffico aereo che potesse giustificare una confusione, seppure involontaria, col passaggio di velivoli o l’ascensione di palloni sonda. Franco Bandini è categorico e spiritoso nel sottolinearlo.
Anche Tito Livio e Seneca citano il volo di “scudi con scintille” e va sottolineato che lo scudo romano circolare, con tanto di umbone prominente al centro, somiglia al disco con calotta centrale caro alla rappresentazione dei dischi volanti, alla quale noi moderni siamo abituati.
Saltando le tante tracce pseudo ufologiche che si riscontrano nelle civiltà antichissime e precolombiane, si sa di un “enorme disco argenteo” sullo Yorkshire nel 1260, di “cortei di corpi luminosi e allineati” transitati nel cielo di Ragusa nel 1388 e di un “disco di fuoco” avvistato sulla verticale dell’Isola Birambota durante una crociera di Magellano. Nei secoli, aggiunge Bandini, è tutta un a processione di oggetti luminescenti sopra un gran numero di città e contrade. Avvistamenti operati anche da testimoni attendibili, come i capitani di mare, che li annotavano diligentemente sui libri di bordo.
Entriamo poi nel settantennio degli avvistamenti moderni, a partire dal primo che dichiarò di averli scorti nel cielo dello Stato di Washington. Il pilota civile Kenneth Arnold parlò di una formazione di nove piatti volanti. Ecco servito il nuovo termine, alternativo al classico dischi voltanti.
Il lavoro di Franco Bandini risale ai primi anni Settanta e pertanto ha un valore del tutto parziale il dato da lui fornito di 150.000 avvistamenti, di cui 663 non spiegabili e quindi veri casi di oggetti non identificati. È un testo datato, ma come il giornalista senese amava ripetere,
“l’unico modo che l’umanità ha di rispondere alle infinite e ripetute domande che la realtà le pone è quello di cercare le risposte. Che, a volte, si trovano”.
Il mistero dei dischi volanti
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