I ricordi mi guardano
- Autore: Tomas Transtroemer
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Iperborea
- Anno di pubblicazione: 2011
Con un titolo molto lirico, “I ricordi mi guardano”, Iperborea ha pubblicato otto brevi prose (l’unica prova narrativa nelle vita dell’autore, uscita in Svezia nel 1993) del premio Nobel Tomas Transtroemer, il poeta più tradotto al mondo.
Produzione letteraria e biografia si nutrono vicendevolmente in ogni scrittore, e a vicenda si illuminano di epifanie che aiutano il lettore a meglio penetrare nel mondo di chi si racconta sulla pagina. Ed è sempre l’infanzia la miniera di ricordi e sentimenti a cui si ricorre per comprendere e descrivere se stessi agli altri:
"Il nucleo, la parte più densa, sono quei primissimi anni in cui vengono definiti i tratti fondamentali della nostra esistenza".
Quindi Transtroemer narra i suoi anni dalla primissima infanzia al liceo, che nel volume sono illustrati anche da ritratti fotografici: dai tre anni, segnati da "una sensazione di fierezza" per aver raggiunto un’età di quasi consapevolezza, al divorzio dei genitori
"Io non avevo un papà da mostrare... sentivo fortemente il pericolo di essere considerato un diverso perché nel fondo di me stesso sospettavo di esserlo"
alla coscienza di una sua sostanziale estraneità nei riguardi dei coetanei
"Ero divorato da interessi che nessun bambino normale avrebbe avuto".
Quali potevano essere, dunque, gli interessi di un ragazzino futuro poeta premio Nobel? "Scoprire, raccogliere, esaminare". La passione per i musei e le collezioni di insetti:
"Senza rendermene conto feci molte esperienze di bellezza. Mi muovevo nel grande mistero".
E poi la lettura, lo studio della storia e della geografia, la passione della politica come senso etico della giustizia e della lotta contro i soprusi.
Ma anche la scoperta dell’angoscia, della malattia, della morte come esperienza del buio, dell’annullamento, della perdita. Del tempo che passa e incide solchi nel corpo, lo muta e stravolge. E infine la musica, la filosofia e soprattutto la poesia come àncora di salvezza: la rilettura dei classici antichi, il rispetto della "Forma" come nitidezza e onestà di vita e scrittura.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: I ricordi mi guardano
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