La voce nascosta delle pietre
- Autore: Chiara Parenti
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2017
Non splende Luna, non splende! È un diamante che ha perso la sua pietra gemella, la sola che lo fa vibrare di un’energia totalizzante, vitale, candida. Ha il fuoco dentro Luna, il fuoco della terra, il fuoco dell’amore, soffocato, inaridito da un’assenza, dalla mancanza dell’unico cristallo che può far brillare il suo cielo: Leonardo. Eppure, nel suo “io” più intimo, aleggia quel dispettoso folletto, capace di smaterializzarsi, attraversare il suo cuore pietrificato, solleticandolo, angosciandolo, mentre nei labirinti neuronali di una mente che si ostina ad esser lucida, a non lasciarsi andare all’imprevisto, alla voce delle pietre, un “bambino scoiattolo” volteggia fra i rami del grande platano, guardiano del loro amore, gli tende la mano, gli sussurra all’orecchio. Rimembranze di un universo parallelo, che scorre in un altro spazio, scandito da un altro tempo, irriducibile reperto di un’altra vita, di ciò che poteva essere e non è stato.
Continui flashback dipingono un viaggio a ritroso, per scoprire che nonostante le attenzioni di Giulio è tutto lì, il dolore, un caos magmatico di risentimento, di parole non dette, strozzate, di pianti non versati; vigliaccamente nascosto, un virus ricombinato col proprio genoma, perfidamente immobile come un rettile pronto al morso. Non sente più le pietre Luna, non sente la loro voce, sono solo sassolini colorati, hanno perso la loro magia in una notte, in quella notte. All’improvviso il suo mondo si decolora, la sua vita è un lento susseguirsi di fotogrammi in bianco e nero. È un fortino Luna, una corazza metallica impermeabile ai sentimenti, intrisa di un dolore illacrimato, un arido deserto, un treno arrivato al capolinea, in perenne attesa di una scintilla per ripartire, per brillare più di prima.
“Per ognuno esiste una pietra che può donare la felicità”
per lei non può essere Giulio:
“Lui non è un diamante”.
Con un prologo struggente, Chiara Parenti, al suo esordio con “La voce nascosta delle pietre”, stupisce con una lettura intensa, verga pagine increspate di passione, di romanticismo ottocentesco; si rifà alla purezza dell’amore cortese o fin amor cantato dai trovatori provenzali del XII secolo, condendolo con piccole dosi di realismo magico, quotidiano e soprannaturale s’intrecciano, si fondono in un tutt’uno, dai contorni sfumati, meravigliosamente indistinguibili.
Il romanzo si dipana con una “virtuosistica” conduzione dell’intreccio fino a quando la scrittrice come direbbe Pirandello, “piglia il fatto per la coda” concentrandolo in un “punto focale”, al culmine, quando la narrazione troverà esplicitazione nella linearità di una “fiaba d’amore” vissuta due volte. Il ritmo, come composizione musicale (Camilleri docet!) passa dai tempi mozartiani dell’allegro e andante al largo verdiano di: “...croce e delizia al cor”.
Ha perso la sua strada Luna, la sua via, troppo diversa per riconoscerla; è una stella che sta per spegnersi. Ma le pietre sono testarde, imprevedibili, amano ritornare, per riscrivere una storia o per dipingerne un’altra, per ottenere un tardivo perdono, perché dopo una fine c’è un inizio, dopo il reflusso c’è sempre un’onda. Per Luna la sua onda è uno tsunami di sguardi silenziosi, di gesti magnetici, di occhi di ossidiana… è Leo! “Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse”, direbbe il Sommo Poeta, ma Galehault per Luna e Leonardo è nonno Pietro. Il legame tra nonno e nipote è qualcosa di magico, è un rapporto simbiotico, da cui traggono entrambi linfa vitale.
È un amore totalizzante, reale, che impregna ogni giorno la vita di Luna, incide in essa, plasmandola, modellandola secondo i principi morali e la saggezza “millenaria” dei cristalli. Egli conosce sua nipote meglio di quanto lei non conosca se stessa e intreccia i fili della vita per poterle infondere la forza e il coraggio di rinascere. Per poter riaccendere il lei quella fiamma viva che da tredici lunghi anni ha spento con la freddezza nel suo cuore.
Chiara Parenti con registro linguistico chiaro, limpido, scorrevole, senza mai perdere in profondità, mette in scena, quasi cinematograficamente, un tòpos ricorrente della letteratura romantica, storie di amori, di perdite, di contrasti, delusioni, tradimenti, perdoni, di decisioni irreversibili che segnano per sempre l’esistenza dei protagonisti, eternamente oscillante tra il quotidiano rimorso e quello che sarebbe potuto essere. L’autrice non nega la possibilità di riscatto, seppure tardiva, non nega ai due protagonisti di “splendere” per una seconda volta, perché:
“Solo un diamante riconosce il gemello, solo un diamante lo fa vibrare, solo un diamante sa toccare le corde del cuore, (…) solo un diamante fa brillare un altro diamante”.
“Correte, cadete, rialzatevi, e non abbiate paura di sporcarvi. I tesori più grandi sono ben nascosti, i diamanti affondano nel fango, ma non dovrete mai smettere di cercare! Cercate, cercate e, se non trovate quello che davvero volete, continuate a cercare ancora. Non arrendetevi, non è solo uno il sentiero che porta alla felicità. Voi seguite una strada che sia solo la vostra, seguite le pietre, loro vi indicheranno la via. E se vi perderete, vi riporteranno a casa”.
La voce nascosta delle pietre
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