Il dolore del mare
- Autore: Alberto Cavanna
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Nutrimenti
- Anno di pubblicazione: 2015
“È che ogni giorno ha la sua croce”.
Elvira lo sapeva bene, vedova di guerra di Radamés, madre di Ermes e salatrice di acciughe in quella piccola isola di Palmaria, la più grande dell’Arcipelago spezzino. In quell’antica casa di pietra situata all’estremo dell’isola che aveva come fondale il Mar Ligure, ancora una volta Elvira attendeva di sentire il passo di Ermes approssimarsi sul sentiero osservando “il tetto di ardesia di San Pietro sotto al sole che si avviava all’orizzonte”. Nel 1936 le nuvole di guerra tornavano a solcare il cielo di Palmaria “bellezza da eterna femmina ribelle sconfitta ma non soggiogata in un mondo governato dagli uomini”.
Ed erano proprio le isolane a riconoscere in anticipo i segni premonitori in piccole cose appena percettibili di un evento bellico imminente, strano però perché le donne non avevano mai visto da vicino la guerra a differenza dei loro uomini. Molti di loro non erano più tornati a casa, altri avevano fatto ritorno ma erano mutati nell’animo come era accaduto al padre di Elvira, Venanzio, spedito a combattere in terra africana, in Eritrea col I Reggimento Bersaglieri.
Mancato troppo presto suo padre, Elvira era stata costretta a crescere in una casa che la guerra aveva lasciato senza uomini accettando il suo destino quasi senza accorgersene. Aveva sedici anni quando si era accorta dell’interesse di Radamés per lei, non capiva bene cosa stesse accadendo però “la piccola Elvira del saladero si arrese all’amore e lasciò che la vita facesse per lei”. Ma la Grande Guerra, “l’inutile strage” si era intromessa di nuovo: Radamés Correggiani, fu Ottorino, classe 1897, era partito per il fronte pochi giorni dopo il matrimonio con Elvira, lei diciottenne, lui ventenne. “La lugubre voce profonda” aveva vinto nuovamente quando la casa sul promontorio aveva visto nascere Ermes orfano, suo padre era morto, non sarebbe più tornato in quell’isola che non aveva direzioni, grande pochi ettari e che non conosceva né inizio né fine. Elvira si era rimboccata le maniche ed era andata avanti, fragile d’aspetto “figura esile dal piccolo scialle nero” con una personalità forte come il granito, anche lei come le sue conterranee figlia di quella pietra avara vivendo una vita dura e scoscesa come le terrazze coltivate che le loro madri avevano strappato ai fianchi polverosi di Palmaria.
Nessuna guerra, nessuna tempesta della Storia avrebbe mai scalfito quel lavoro quotidiano, indefesso, fatto di piccoli gesti e poche parole mentre restava solo il silenzio immenso come può esserlo un letto vuoto di un marito o di un figlio.
“Un silenzio assurdo”.
Alberto Cavanna, autore ligure nato ad Albisola Superiore nel 1961, che ha lavorato come operaio, impiegato e dirigente in importanti cantieri navali, dipinge ne Il dolore del mare un affresco semplice e suggestivo al tempo stesso. Appare quanto mai neorealista questo piccolo mondo antico sospeso tra due guerre mondiali che vede insieme in un lembo di terra di fronte a Portovenere uomini, pescatori, minatori e donne. Quest’ultime pazientemente aspettano, il più delle volte invano. Solo il mare “padre creatore e madre fertile”, può contenere quel dolore più atroce e più disumano che possa esistere, simboleggiato dall’Onda (2011) raffigurata nella copertina del romanzo, dettaglio di una china su carta antichizzata di Alberto Cavanna, sensibile autore di romanzi e valente pittore.
“Il mare guarisce tutti i mali degli uomini”. Euripide, Ifigenia in Tauride, v. 1193.
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