La cena di Natale
- Autore: Luca Bianchini
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2013
La neve era arrivata senza avvisare nessuno.
Era scesa nella notte, furtiva e lenta, adagiandosi sui tetti, nei vicoli, sopra gli scogli lontani dalla riva.
Polignano si era svegliata sotto un velo bianco da sposa, che la rendeva magica, poetica e soprattutto scivolosa.
SITUAZIONE: Puglia. Vigilia di Natale. Cenone.
NATALE…
Da piccolo lo aspetti un anno intero, è qualcosa di magico: i regali, la neve, i parenti…
Da grande i regali, il più delle volte, sono non azzeccati o, peggio, ti accontenti di un riciclo; ti accorgi che la magia della neve è far apparire ai tuoi piedi doposci che odorano di muffa e non di vischio, e ai piedi della tua macchina gomme termiche, per comprare le quali sacrifichi parte dei soldi risparmiati per il Natale; attendi, come l’influenza, i parenti.
Natale è la scadenza di tutto quello che hai rimandato o non hai affrontato durante l’anno: liti, chiarimenti, screzi, tinte, chili di troppo, ricette mai imparate, tasse. È l’annuale Giorno del Giudizio!
Le vicende, così romanzesche e così reali, della famiglia Scagliusi di Luca Bianchini raccolgono, shakerano e portano all’esplosione tutte queste situazioni.
Poi, dal generale dei drammi famigliari, passi al personale dramma universale, l’Amore:
- Don Mimì e Ninella, consuoceri da poco e innamorati da sempre, ma con Matilde, moglie di Lui, in mezzo;
- Chiara e Damiano che, nonostante il matrimonio, hanno paura di abbandonarsi l’uno all’altra;
- Nancy, che scopre che il sesso non è l’amore;
- Orlando, che ha trovato l’Amore, distante uno squillo di cellulare, ma prima deve scontare la “tassa” della cena famigliare.
Il lettore, capitolo dopo capitolo (25 come i giorni che portano al Natale), capisce la differenza fondamentale tra contento e felice:
- Contento è chi ha;
- felice è chi ha ciò che desidera.
Chiarisco meglio: contento è il ragù del Bimby; felice, il ragù di Eduardo…
Ah, io certi ragù li riconosco subito… perché hanno un sapore un po’ particolare. Sapore di Bimby… che è comunque un buon sapore.
Per essere felici ci vogliono:
- l’abilità di capire il proprio desiderio,
- il coraggio di osare
- la fortuna di riuscire.
Ancora tre drammi. Allora, forse, Natale e Amore sono la stessa cosa!
REGALO: a essere se stessi, con pregi e difetti allo scoperto, si ottiene da sé e dagli altri veramente ciò che ci vuole per noi. I desideri non sono sogni, ma realtà non inseguite.
NEVE: la neve non fa rumore, è il silenzio condiviso che scende sugli innamorati. La neve è bianca, è quella parte di noi che teniamo al riparo dal mondo, da qui il candore e la freschezza. La neve è delicata, in pochi hanno i trucchi per camminarci senza scivolarvi e senza sporcarla o danneggiarla troppo.
PARENTI: basta, il sangue non c’entra più! Parenti sono le persone che ti scegli, che coltivi e con cui condividi tutto te stesso.
Confesso: ho letto il libro d’un fiato! E, a metà libro… volevo suicidarmi!
Di cose sbagliate il mio Natale ne ha avute tante… Sono anch’io una Scagliusi! Ho la felicità lì, a un respiro e mi vincolo con legami sterili, inutili e dannosi.
Finito il libro (e dopo essermi fatta parecchie risate), però, mi è venuta una gran voglia di vivere per non essere solo contenta, ma essere felice; di imparare a fare il ragù; di lottare per il prossimo Natale.
Che importa se sbaglierò pure quello! In fondo, ciò che conta sono i preparativi. La Vigilia. Io.
Aprì la finestra della sua cucina e respirò l’odore del mare, che continuava ribelle a inghiottire la neve.
Restò così, sveglia per ore, illuminata dalle luci del suo alberello. Era sola, ma non era più triste. Non avrebbe mai voluto che arrivasse Natale.
La cena di Natale di Io che amo solo te
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Siamo nuovamente in fase prenatalizia, e logica conseguenza della lettura di “Io che amo solo te”, il celeberrimo romanzo di Luca Bianchini, è il proseguimento con questa seconda parte della storia, “La cena di Natale”, appunto, che trasferisce alla vigilia di Natale le vicende dei freschi sposi Damiano e Chiara, dei rispettivi padre e madre, Mimì e Ninella, legati da un antico amore proibito, di Matilde, la moglie di Mimì e madre di Damiano, eternamente lasciata da parte, e di tutti gli altri componenti della grande famiglia. A dir la verità, in questo secondo libro l’atmosfera natalizia non si percepisce più di tanto, malgrado la presenza della neve, fatto inusuale per la Puglia. Ciò che lo scrittore evidenzia non sono gli elementi esteriori come decorazioni e musiche natalizie, ma piuttosto i tormenti interiori e i contrasti dei vari personaggi, la cui situazione non è quasi per niente cambiata dal primo romanzo: Mimì e Ninella sono sempre tormentati dal fuoco della passione, con gran dispetto di Matilde, che cerca in un regalo di Mimì la prova per se stessa, ma soprattutto degli altri, che il marito preferisce ancora lei. Damiano si ritrova presunto padre di due bambini, uno dalla moglie e uno dall’amante, e per di più ricattato da quest’ultima. Nancy, ancora tormentata dalla propria scomoda verginità, scambia il sesso per amore, giustificando i peggiori comportamenti. Zia Dora è sempre in grandi difficoltà economiche e cerca di uscirne riciclando regali a sua volta ricevuti, venendo ingloriosamente scoperta. Va meglio solo a Orlando, che, finalmente, si trova ad avere a che fare con un uomo vero, che ha il coraggio di parlare chiaro con se stesso e con gli altri.
Fulcro della storia è la cena della vigilia di Natale organizzata da Matilde, in “deroga” alla tradizione della Messa di Mezzanotte. L’intento di Matilde è quello di esibire a tutti l’anello regalatole da Mimì e, con esso, la sua ottima situazione sentimentale e familiare. Ninella, però, prende l’invito come un vero e proprio affronto a Chiara, che non aspetta altro che il pranzo di Natale per poter esibire il suo brodo, e si vede adesso messa in ombra dall’importanza che viene data a questa cena. Non sa che la suocera non solo ha utilizzato il Bimby per preparare il tutto, ma non si è neppure scomodata lei, convocando invece la cugina della sua domestica, piuttosto pratica con l’apparecchio. In effetti, neppure la tavola restituisce al lettore i sapori e l’atmosfera di una tipica cena pugliese, preferendo sottolineare frecciatine piccate, commenti velenosi e drammi personali dei vari commensali. Non c’è bisogno di dire che la serata sarà un vero e proprio fuoco di fila di incidenti e passi falsi, a cominciare dalla nuova tinta bionda di Ninella, che riuscirà a mettere in ombra anche l’anello di Matilde, fino a che il prezioso gioiello non sparirà misteriosamente.
Anche per questo secondo episodio della saga familiare valgono le considerazioni già esposte riguardo al primo: come sempre, lo stile fresco e scorrevole di Bianchini salva una storia che non presenta molti spunti interessanti. Si riscontra sempre una certa idea di normalità che si vorrebbe attribuire alla vita dei vari personaggi, quasi come se questa girandola di tradimenti, segreti inconfessabili e lotte sotterranee fosse ordinaria amministrazione per ciascuno di noi. Per il resto, una storiella tranquilla e ben scritta per quando non si ha voglia di pensare più di tanto.