La torre della solitudine
- Autore: Valerio Massimo Manfredi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2019
Valerio Massimo Manfredi è uno scrittore epico di notevoli capacità letterarie; abbina le conoscenze storiche all’immaginazione creatrice, trasportando il lettore in epoche lontane che hanno sempre attinenza con gli eterni problemi dell’uomo: da dove veniamo, dove andiamo, esiste una legge morale scritta nel nostro cuore?
La sua lettura diventa stimolante per il pensiero, oltre che affascinare per lo spirito d’avventura, anch’esso insito nella psiche come strumento evolutivo.
Nel romanzo La torre della solitudine (Oscar Mondadori, pp.306, 2019) protagonista assoluto è il deserto sahariano, con il vento bruciante come una fornace, il paesaggio monotono che improvvisamente si anima di carovane, guerre all’ultimo sangue, le scimitarre, le oasi miracolosamente lussureggianti, i pozzi salvavita, uomini capaci di estremo eroismo e fedeltà. Il deserto è metafora, distacco dal mondo e dall’egoismo, per chi ne è capace.
La vicenda si svolge tra Roma, Napoli, Pompei, Aleppo, Petra la città delle tombe, un lontano punto sud sahariano in cui si erge il mausoleo della solitudine che tutti cercano, luogo abitato dai Blemmi, feroci esseri senza volto con gli occhi e la bocca nel torace, unica loro legge l’assassinio, discendenti di Tubalcain, il primo forgiatore di metalli e il primo costruttore di armi.
A Roma nella specola vaticana lo scienziato matematico padre Boni, attraverso il giovane filologo Hogan, traduce le tavole di Amonn, sepolte e occultate nella biblioteca vaticana, che raccontano un’altra Bibbia. Ne è profondamente turbato. Sono papiri scritti in una lingua più antica del sumero e dell’accadico.
Intanto dallo spazio giunge un segnale ricorrente, contiene informazioni sulla natura della creazione, di Dio, sull’immortalità; energia che si riverserà in un tempo e luogo preciso sulla terra, nella torre della solitudine, con la recrudescenza del male, incarnato dalla mitica tribù dei Blemmi, là confinati e divenuti quasi invincibili.
I cainiti in tempi molto remoti si spinsero nelle profondità siderali per strappare la totale conoscenza divina di bene e male e d’immortalità; ora tale conoscenza dopo milioni di anni sta tornando indietro con il segnale di natura malefica. Se la torre della solitudine verrà distrutta prima che il segnale nello spazio si congiunga al cuore della costellazione dello Scorpione, anche l’informazione magnetica cesserà.
Padre Boni contatta Guglielmo Marconi, il quale nella specola costruisce una radio a onde ultra corte, capace di intercettare il messaggio dal cosmo; le frequenze di questo, tradotte da Boni in formule matematiche e in scrittura, corrispondono al testo delle tavole di Amonn. Il Dio creatore, nei papiri, è simile alle divinità gnostiche, racchiude in sé anche il male. Tale scoperta mina la fede del frate.
Anche lo scienziato Desmond Garrett, scomparso nel deserto da dieci anni, creduto morto, conosce tali segreti. Suo figlio Philip viene contattato dal colonnello Jobert, gli viene chiesto di ritrovare il padre. Il frate scienziato lo convoca e lo mette a conoscenza del messaggio captato da un ripetitore ossessivo, rotante intorno alla terra. Prima di impegnarsi nell’impresa, Philip domanda a Boni:
"Ha mai pensato che il Male potrebbe essere la faccia oscura di Dio?”
Il colonnello Jobert è comandante della legione straniera, cerca il mausoleo della solitudine dove le sue armate sono state distrutte dai Blemmi, per vendicarsi di loro; il disertore della legione Selznick, assassino efferato amorale, vuole rimarginare una ferita inguaribile, infertagli da Desmond Garrett in un duello, e conquistare il segreto dell’immortalità; il guerriero nero nubiano El Kassem, protettore dei Garrett padre e figlio, rappresenta il cavaliere senza macchia.
Un aruspice etrusco duemila anni prima si salvò dai Blemmi, unico di una spedizione romana, facendo suonare un sistro.
Non può mancare la principessa nera e bellissima Arad, signora della favolosa oasi kalaat Hallaki. Arad e Philip si innamorano perdutamente e Philip non la abbandonerà.
Tutti giungono alla meta, dopo tumultuose vicende e una guerra finale furibonda contro i Blemmi, sconfitti, ancora una volta, dal suono del sistro, musica di pace.
Si tratta di un romanzo storico fantascientifico con colorazioni metafisiche. Manfredi tiene il lettore con il fiato sospeso a ogni pagina.
Sul mausoleo della solitudine è incisa la sentenza della Bibbia ebraica in varie lingue, compreso il latino:
"NEMO CAIN OCCIDAT
Nessuno tocchi Caino"
Messaggio che tutt’oggi l’umanità non sa mettere in pratica.
Il colonnello Jobert non ucciderà Selznick-Caino; pago di averlo catturato lo abbandona nel deserto, dandogli una chance di sopravvivenza.
Ma come si può giungere alla conoscenza? Fino alle sette tombe, di cui il mausoleo, altro grande simbolo, è l’ultima? Una maga rivela a Desmond Garrett:
“Dovrà guidarti la paura di ciò che di più terribile si nasconde in fondo al tuo animo. La belva che è in te fiuterà la pista…”
Da meditare. Sembra di sentir parlare C. G. Jung. Lo stesso insegna la sua psicologia del profondo.
La torre della solitudine
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Buon giorno, sto leggendo il libro e il Vs riassunto è perfettamente aderente alla trama .
Appassionante e coinvolgente.