Le ragazze di Glasgow di Susanne Goga

Le ragazze di Glasgow (Giunti 2024, titolo originale Glasgow Girls, traduzione di Gabriella Pandolfo), è il nuovo romanzo della scrittrice tedesca Susanne Goga che vive in Germania a Mönchengladbach.

“Il comitato del Club della Scuola d’arte di Glasgow ha l’onore di invitare il signor James MacLeod alle gallerie dell’istituto, sabato 19 novembre 1892. Accompagnamento musicale dalle 15.00 alle 17.00” .

Il biglietto d’invito arrivato nelle mani di Olivia MacLeod, grazie alla generosità del suo amico Jamie, avrebbe cambiato il corso della vita della giovane, da sempre appassionata d’arte come il suo adorato padre defunto. Alla Scuola d’arte di Glasgow potevano andarci persino le donne, perché non sognare di poter avere l’opportunità di studiare, un giorno non lontano, presso la rinomata Scuola d’arte, un’istituzione all’avanguardia per l’epoca?
Olivia aveva una grande passione per il disegno, era sprecata per il lavoro in fabbrica e quindi rappresentava la candidata ideale per la Scuola d’arte, rinomata anche oltre i confini della Scozia. Quando Olivia si era presentata alla mostra, aveva catturato l’attenzione di Jessie Newbery, la moglie del direttore della Scuola d’arte, ma dopo il diploma sua madre voleva che lavorasse presso una manifattura di tappeti. Naturalmente Olivia avrebbe potuto continuare a disegnare e a ricamare di sera dopo il lavoro. Ma se avesse accettato sarebbe stato come chiudere definitivamente quella porta magica, a lei congeniale: quella della Scuola d’arte. Impossibile rinunciarvi.
Ogni cellula del suo corpo si rifiutava di andare in una fabbrica con centinaia di persone. Ma se lo avesse detto, la madre avrebbe pensato che lei si credesse superiore. Non era superiore, ma diversa, così come era stato diverso suo padre. Eppure, avrebbe fatto la sua stessa fine: tutto il giorno a lavorare in fabbrica, e la sera a sognare inutilmente su un quaderno da disegno.

“Io non so se voglio lavorare in una fabbrica”.

Susanne Goga, dopo una lunga esperienza come traduttrice, è diventata un’autrice bestseller di gialli e romanzi femminili come questo, dove nella Glasgow di fine Ottocento (che appare come un personaggio a sé stante), una ragazza determinata e tenace si trova a lottare per affermarsi come artista e come donna.
L’autrice descrive bene l’ambiente e l’atmosfera della Scuola d’arte negli anni Novanta dell’Ottocento, un periodo in cui lì nacque e si sviluppò il famoso e innovativo “stile di Glasgow”. Significative le artiste che in quegli anni hanno studiato, insegnato e lavorato a Glasgow: fra tutte Margaret Macdonald, che deve essere ricordata innanzitutto come artista e poi come moglie di Charles Rennie Mackintosh (Glasgow, 7 giugno 1868 – Londra, 10 dicembre 1928), architetto, designer e pittore scozzese, esponente del cosiddetto “Glasgow movement” ed esponente di maggior rilievo dell’Art Nouveau nel Regno Unito.
Importante sottolineare che fin dall’inizio la Scuola d’arte di Glasgow offrì alle donne la possibilità di esprimere la propria creatività e di studiare design, anche grazie all’instancabile grande impegno del suo direttore Francis Newbery, la cui stessa moglie Jessie insegnava nella scuola. Tuttavia, la maggior parte di quelle donne proveniva da famiglie benestanti, spesso aveva già preso lezioni di disegno da bambina o adolescente, e poteva contare sull’incoraggiamento e il sostegno finanziario dei propri genitori. Olivia, giovane di talento appartenente alla classe operaia, dotata di una profonda passione, avrebbe dovuto affrontare contemporaneamente ostacoli sociali che sembravano insormontabili.

Ricordiamo infine che le donne della Scuola d’arte non si sono mai date il nome di “Ragazze di Glasgow”. La definizione è stata coniata da Jude Burkhauser nel suo catalogo per l’omonima mostra rivoluzionaria tenutasi nel Kelvingrove Museum di Glasgow nel 1990.
La New Women Olivia MacLeod è due volte una ragazza di Glasgow e questa definizione è perfetta per lei.

“Gentilissima signorina MacLeod, dopo un’attenta valutazione del suo lavoro, che le restituiamo affinché possa conservarlo, le comunico che abbiamo deciso di ammetterla alla Scuola d’arte di Glasgow in qualità di studentessa ordinaria”.