Qualcuno con cui correre
- Autore: David Grossman
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2008
“Qualcuno con cui correre” di David Grossman è un romanzo di formazione che tratta grandi temi come l’amicizia, la ricerca della propria identità, la droga e il mondo torbido che le sta intorno, la solitudine e dei rapporti tra generazioni. La lettura è per tutte le età.
Il protagonista è Assaf, un adolescente, che svolge piccoli lavoretti per il municipio e, tra questi, la ricerca del padrone di un cane. Come ritrovarlo? Assaf si affida al fiuto di quella che si scoprirà chiamarsi Dirka, ovvero la cagnetta, che spera lo conduca dal suo padrone. Il rapporto tra Assaf e Dirka diventa un legame che si rafforza:
“Il ragazzo e la cagna galoppavano per le vie di Gerusalemme, sconosciuti l’uno all’altro ma legati da una corda, come se non volessero ammettere di essere davvero insieme eppure cominciassero a imparare, come per caso, piccole cose l’uno dell’altro: il modo di drizzare le orecchie nei momenti di eccitazione, il tonfo delle scarpe sul selciato, l’afrore e tutte le sensazioni che una coda può esprimere”.
Seguendo Dirka il ragazzo scopre che la sua proprietaria è una strana ragazza, Tamar, addirittura amica di un’anziana suora di clausura di origini greche, Teodora. Assaf si meraviglia di questa strana amicizia ma, poi, anche lui si sente attratto da Teodora che
“Era solo per via della clausura che aveva quell’aspetto di bambina attempata, invecchiata di colpo senza aver veramente vissuto”.
Con Teodora Assaf si lascia andare alle confidenze e apprende qualcosa in più sulla padrona di Dirka. Il romanzo incastra varie vicende utilizzando i flashback, con una sapiente forma narrativa che arriva anche a descrizioni dettagliate di ambienti, personaggi e situazioni. Tamar fugge da qualcosa o da qualcuno, dopo aver lasciato la sua casa, per non farsi riconoscere, si è tagliata i capelli. Scelta dolorosa:
“A Tamar pareva che i capelli le si aggrappassero alle spalle, come se volessero supplicarla di risparmiarli, di salvare se stessa. Non li tagliava da sei anni, da quando ne aveva dieci. Anche nel periodo in cui avrebbe voluto dimenticare di essere una ragazza non era stata capace di rinunciarvi. Per lei erano una sorta di utile paravento, un rifugio dove nascondersi, ma anche il suo grido di libertà”.
Tamar lascia la propria casa per andare in soccorso di suo fratello Shay, con grande talento musicale, ma drogato. Il ragazzo è ospite in uno strano ostello gestito dall’imprenditore criminale Pessah, che sfrutta artisti di strada, ragazzi sbandati, e li soggioga psicologicamente e materialmente. Tamar finge di essere una di quelle ragazze, non fa capire di essere la sorella di Shay, e così riesce a portarlo via. I due si nascondono in una grotta alle porte della città e qui la trova Assaf; tra loro nasce un’intesa straordinaria:
“Tamar e Assaf camminarono lungo il ciglio della strada, scesero verso il fondovalle, sostenendosi nei punti difficili, trovando scuse per toccarsi, per stringersi l’uno all’altra. Quasi non si parlarono e Tamar pensò che non aveva mai incontrato nessuno con cui si sentiva tanto bene tacendo”.
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