Tutte le feste di domani
- Autore: Veronica Raimo
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2013
Nulla è certo in questo romanzo, perché tradimento e complicità sono due facce della stessa delirante ambizione: trasformare la propria esistenza in una partita a carte in cui ogni avversario è convinto di essere un compagno di gioco. (Note di copertina)
La premessa è che Veronica Raimo scrive bene, anche se più di trecento pagine per il suo romanzo sono forse troppe.
Il personaggio principale della vicenda è Alberta. Alla discussione della sua tesi di laurea da applauso, il primo a salutarla è il relatore, Flavio, che rimane ammaliato da questa ragazza che vive in una comune, che forse fa cose molto anticonformiste dal punto di vista sociale e sessuale.
Alberta, invece, apprezza l’ordine di Flavio, il bel professore, la sua intelligenza, il suo salutare rapporto con gli studenti che tratta con stima.
I due si sposano: Alberta diventa la signora Falsini e intraprende la vita borghese; spesso si arrabbia con Flavio con queste parole:
"Hai questa smania da pedagogo…, gli disse una volta. E deve essere insaziabile se non ti bastano tutti gli studenti che hai. Credi che tutto debba essere coltivato, non è vero?"
Alberta ha deciso di fare mille cose, ma non fa niente, non vuole più ricordarsi della sua tesi, è chiusa in un cono d’ombra dove tutto rimane attutito, accecata dall’essere intelligente e sveglia, convinta che potrebbe umiliare tutti (fa dire a uno studente del marito dieci volte il nome del regista Bergman, dove la g nell’originale si sente pochissimo).
Se al marito bastano gli studenti, a lei non basta il marito, tradito subito occasionalmente e poi con un ragazzo americano, al quale compra un appartamentino nel centro di Roma. Con lui forse è amore, ma Alberta non se lo chiede seriamente.
Il marito non sa nulla dei tradimenti ma la Raimo scrive:
Flavio alla fine guardò sua moglie adagiata sul divano fu di nuovo attanagliato da quelle parole, “la mia infelicità”, e per un attimo gli sembrò che tutto il corpo di Alberta non fosse altro che una coreografia accuratamente disposta intorno a quell’unico nucleo di verità.
Quando lo studente parte e ritorna in America, Alberta scrive lettere intrise di sentimentalismo, si sente una collegiale che aspetta notizie dal fronte. Lo studente le dice che in libreria a Chicago ha trovato un libro di Alberto Moravia e la protagonista è uguale a lei, la camaleontica ragazza senza regole.
Qui la Raimo mette volontariamente le carte in tavola: il nome, Alberta, il libro, La Noia.
Mentre i coniugi Falsini vanno in vacanza in Islanda, addirittura, noi scopriamo che la Raimo voleva scrivere un romanzo romano, dove non solo le persone, ma il ghetto di Roma, le sue vie, il Lungotevere, il quartiere Trastevere degli anni Ottanta fossero vivi, palpitanti, come già nei "Racconti" di Moravia, un po’ di anni prima.
Tutte le feste di domani
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