24 giorni. La verità sulla morte di Ilan Halimi di Ruth Halimi e Emilie Freche

20 gennaio 2006. Nel 21° secolo l’odio antisemita miete una vittima nella progressiva ed avanzata patria francese. Oggetto di questa ferocia ingiustificata è un ragazzo di 23 anni, Ilan Halimi, ultimo di tre figli. Proveniente da una famiglia modesta, pur se completamente inserito, Ilan ha un unico "difetto": essere ebreo. Ed è proprio la sua origine o fede, così come la si voglia chiamare, a spingere i propri aguzzini a torturarlo, fino alla morte il 13 febbraio 2006, dopo ben 24 lunghissimi giorni di prigionia. Il destino di questo giovane ragazzo dallo sguardo pulito e dal sorriso sempre pronto si incrocia a metà gennaio con quello di una brunetta tuttopepe, l’"esca", che mostra un insolito interesse per quello sconosciuto venditore di cellulari. La sua attenzione è così alta, così da chiederne il numero di cellulare e, successivamente, un appuntamento. Ed è proprio questo incontro al "buio" che spingerà lo sventurato Ilan verso i propri aguzzini. La sua sciagurata avventura avrà un triste epilogo il 13.02.2006, quando per caso il suo corpo nudo, ustionato ed agonizzante verrà ritrovato lungo un binario della ferrovia appena fuori Parigi.

Il libro 24 giorni. La verità sulla morte di Ilan Halimi è stato scritto a quattro mani dalla scrittrice francese Emilie Freche e dalla madre di Ilan, Ruth Halemi, per non dimenticare. Non dimenticare, ma anche far presente che, nonostante il periodo hitleriano sia ormai trascorso, l’ideologia portata innanzi continua a mietere vittime. Tanti, troppi sono i bersagli noti ai più, in quanto ignorati dall’opinione pubblica. Ed è proprio questa indifferenza che spinge le scrittrici a denunciare, perché l’ingiustificata e assurda ideologia razzista non prolifichi tra la noncuranza e il disinteresse. Il testo, pubblicato dalla casa editrice "Salomone Belforte e C", è stato tradotto in italiano dalle traduttrici Barbara Mella, Elena Lattes e Marcello Hassan.