33 di Marco Ubertini

Gli anni novanta io li ho vissuti proprio a Roma, erano anni di un frenetico movimento scoordinato, figlio della solitudine che attraversava la città in modo silente, prendendosi tutto quello che di vuoto incontrasse, dagli edifici abbandonati semi-costruiti alle baraccopoli sotto i cavalcavia, dalle famiglie impolverate dal crollo del muro di Berlino ai loro figli fuggitivi tra le macerie, tutto sembrava essersi fermato di colpo senza un motivo, senza un segnale.

A rompere questo silenzio c’erano le sirene delle ambulanze, i lunghi cortei studenteschi, gli spazi occupati, il rap sociale e i rave.
A colmare il vuoto dell’affetto mai ricevuto e mai coltivato e a dare un senso di appartenenza c’erano le droghe, tante, diverse le mai usate prima.

Marco Ubertini con il suo 33 edito da Sperling & Kupfer (2020) ce li racconta molto bene, anzi ce li fa vivere ancora, ci fa salire con lui in cima a un cartellone pubblicitario, ci fa rubare nei negozi, ci porta a ballare a un rave, ci fa respirare il fumo dei lacrimogeni, ci fa passare le notti in cella, ci fa spingere ben oltre i nostri limiti, ci fa taggare ogni muro sul quale lui posa lo sguardo. Marco ci fa provare tutte le droghe che ha assunto; noi lettori assumiamo Marco e non ne potremmo fare a meno fino all’ultimo rigo di questo suo viaggio, in cui ci fa diventare imprevedibili e tormentati, rabbiosi sfiniti deboli.

Questo libro prende le nostre teste tra le mani e inizia a parlare guardandoci dritto negli occhi. L’autore racconta con parole semplici e dirette le 33 storie vissute negli anni della sua adolescenza, proprio in quegli anni novanta dove ad ardere era la voglia di ribellione che spesso si rivelava una gabbia per molti di noi.
Per molti ma non per tutti, perché nonostante la vita confusa, sregolata spesso al limite della vita stessa, qualcuno ce l’ha fatta, Marco ce l’ha fatta.

Come una cicatrice la racconti al passato remoto, ma la tocchi al presente indicativo, le 243 pagine di questa opera di Marco Ubertini sono imbevute di vita, in una testimonianza che ci ricorda che tutto quello che ci scorre nelle vene è tutto quello di cui saremo dipendenti. Vibra e rimbomba ogni emozione che il lettore vive insieme a Marco, nelle storie che ci confida. 33 è un romanzo schietto, sincero, toccante, maledettamente vero; una firma indelebile nelle nostre menti quella di Marco e il coraggio che strizzerete da questa lettura lo userete per pulire la vostra cicatrice, fino all’ultima goccia.