A scuola si muore di Brunella Gasperini

La scuola è finita. Gli studenti del 2024 sono belli, liberi e felici e non si chiedono quali erano i problemi dei loro nonni alla stessa età.
1974. In un liceo milanese un ragazzo, Stefano, scopre nella palestra della scuola il cadavere della ragazza di cui è innamorato: Sandra.
Così comincia il romanzo della sensibile scrittrice Brunella Gasperini A scuola si muore (GAE Editori, 2022) in cui l’ambiente scolastico si intreccia con la droga e la morte.
Stefano scopre il cadavere e avvisa il Preside e la polizia. Da questo momento è nell’elenco dei sospettati, insieme ai compagni Marianto, Dario e il Pingue oltre ai docenti Giussani e Gerli. Perché queste persone avrebbero dovuto uccidere Sandra? Chi era Sandra?

Sandra era una ragazza piccola di statura e bella che si drogava con eroina (una tragedia classica degli anni Settanta), pur avendo accanto un giovane come Stefano innamorato di lei e altri amici - o presunti tali.
Tra questi troviamo Marianto, ragazza ricca e antipatica, gelosa della bellezza dell’amica e probabilmente innamorata di Stefano.
Dario Pizzi, giovane extraparlamentare, che ha avuto un rapporto amoroso con la vittima.
Il Pingue, personaggio cupo e sgradevole, preso in giro da Sandra e che poteva essere scontroso con lei per questo motivo.
Il prof. Gerli, bello e apparentemente attratto dalle studentesse, poteva essre un amante che aveva molto da perdere se si fosse saputo di una relazione con una sua allieva.
Poi c’è Giussani, professore di scienze motorie, che non sopportava i drogati.
In questo contesto Stefano si fa investigatore, ma in modo molto maldestro, aiutato dalla madre giornalista, descritta come svagata e curiosa come lui.
Non dirò nulla di più della trama per non svelare i colpi di scena.
Il racconto analizza bene l’animo di un gruppo di adolescenti alle soglie dell’età adulta e tuttavia, a mio giudizio, debole nella trama. Il personaggio di Sandra non viene approfondito. Non si capisce quale sia stata la sua vita, le motivazioni che l’hanno spinta alla droga, chi potevano essere i suoi nemici, c’è un cenno a uno spacciatore all’interno della scuola e nulla più.

Interessante il rapporto di Stefano con la madre, il suo amore per Sandra, che lo rende forte in una situazione tragica, ma in un giallo il sostrato “melò”, che la stessa Gasperini detestava, stona.
In sostanza un libro di buone intenzioni, ma Brunella sapeva certamente scrivere di meglio.