Academy street di Mary Costello

“Tutto sta cambiando. Nessuno accende più la radio”.

Easterfield. Irlanda. 1944. La madre di Teresa (Tess), bambina sensibile di sette anni, era morta solo da due giorni e già il piccolo mondo che circondava la fattoria Lohan si era modificato. I vicini erano andati e venuti, l’estate era finita, le foglie cadevano dagli alberi e volavano giù per il viale mentre la bara, con una grande croce d’oro sul coperchio, tenuta a spalla dagli uomini usciva dalla porta di casa “diretta verso il sole”. Fuori nel vialetto di ghiaia c’era un carro funebre nero “e mille occhi puntati su di loro”. La luce del tramonto sembrava dare l’addio alle spoglie mortali di Mrs Lohan che lasciava orfani sei figli, due maschi e quattro femmine.
Tess, rimasta a casa insieme ai fratelli più piccoli, era corsa sul prato, fino ai campi, fermandosi su un poggio per guardare il carro funebre procedere lentamente di fianco al muro di pietra che circondava la terra di suo padre con la folla, i cavalli e le carrozze che procedevano al seguito. Di tanto in tanto, un albero o un muro impedivano alla bambina di vedere ma Tess restava lì a guardare, fino a quando il carro era di nuovo visibile, “inondato di luce”. Dopo Chapel Road anche l’ultima sagoma si era dissolta, “Sua madre se n’è andata”. Tess era sola e indifesa “in cima a una collina desolata”, come se avesse già intuito che “se la mamma non fosse morta prematuramente sarebbe stata una persona diversa”, con una vita diversa.

Un padre dal carattere intrattabile, prepotente e addolorato per tutto ciò che aveva perduto, chiuso dentro di lui, un’abitazione che conservava la presenza quieta della defunta padrona di casa, i fratelli che crescevano. Tutto ciò aveva fatto comprendere a Tess che non c’era futuro per lei in Irlanda, anche se non esisteva altro posto al mondo che avrebbe amato come la fattoria. Era tempo per la giovane di lasciare il padre verso il quale aveva sempre avuto “un atteggiamento di deferenza, servizievole obbedienza e totale remissività”. Nella tarda estate del 1962, Tess all’aeroporto di Shannon era salita su un volo TWA diretto a New York. Qui la aspettava Peter, marito irlandese-americano di sua sorella Claire. Negli States era tutto diverso, l’autostrada, il cielo e il vasto territorio verdeggiante, pulito e perfetto. Il mondo bagnato dal sole nel quale era piovuta, aveva fatto capire a Tess che la vita vissuta qui negli Stati Uniti sarebbe stata quella giusta, ideale.
Presto la giovane, che aveva trovato lavoro come infermiera presso il Presbyterian Medical Hospital sulla 68esima Strada, si era abituata al ritmo frenetico della città e dei suoi abitanti, alla metropolitana, ai volti di colore sui marciapiedi, alle sirene di notte, “All’abbondanza di ogni cosa”. Dopo che Tess aveva affittato un appartamento al quinto piano a Inwood al numero 471 di Academy Street insieme alla collega infermiera Anna, era pronta al cambiamento.

Era poi arrivato David che avrebbe potuto spezzarle il cuore in ogni istante. Lei e il giovane avvocato “si erano uniti una volta sola come pianeti in collisione”. Quando Tess aveva scoperto di essere incinta, David era già scomparso dalla sua vita, Theo era nato “figlio illegittimo” all’interno della comunità irlandese cattolica piena di pregiudizi. Tess aveva deciso “che non avrebbe mai rivelato a nessuno la paternità del bambino”.

Academy street (tradotto da Maya Guidieri Bernier) è il primo sorprendente romanzo di Mary Costello, nata nell’East Galway e residente a Dublino. Il volume, finalista al Guardian First Book Award, narra con estrema finezza l’esistenza banale solo in apparenza di una donna straordinaria. Una “vita minima” quella di Tess Lohan simile a quella di Stoner di John Williams, entrambi “obbedienti” al loro destino. Eppure “dove c’è vita, c’è memoria”, quindi sarebbe stato bello, almeno per un attimo, tornare a essere quella “spensierata ragazzina di campagna”, perché

“Nel bel mezzo dell’inverno ho infine imparato che vi era in me un’invincibile estate”. Albert Camus.