Accadrà?!
- Autore: Stefano Stufera Mecarelli
- Categoria: Narrativa Italiana
Il panorama letterario italiano non è fatto solo di grandi e prestigiose case editrici che sfornano best seller, ma anche di editori di media grandezza, dagli obiettivi decisamente più modesti, e di numerose piccole realtà, case editrici locali con mezzi limitati ma tanta attenzione ai nuovi talenti, spesso organizzatrici, occasionalmente o periodicamente, di concorsi letterari aventi come premio la pubblicazione del proprio romanzo, o del proprio racconto in un’antologia a tema.
Fra queste c’è la Montegrappa Edizioni, con sede a Monterotondo (RM). Dapprima editrice di un mensile locale, nel 2006 ha iniziato la pubblicazione di romanzi con questo “Accadrà?!” scritto dallo stesso editore Stefano Stufera Mecarelli. In seguito, la Montegrappa Edizioni ha istituito il premio “Un fiorino”, volto alla pubblicazione del miglior romanzo inedito partecipante, e le raccolte “Les cahiers du Troskij Café”, antologie di racconti inediti inviati da aspiranti scrittori secondo il tema di volta in volta proposto. Se la prima raccolta, “La colonna sonora della tua vita”, non comprendeva che otto racconti, per la seconda, “In viaggio”, ne sono stati scelti ben 71. Un paziente e tranquillo cammino iniziato da poco, con ampi margini di crescita e miglioramento.
“Accadrà?!” è un breve romanzo di neanche cento pagine, piuttosto un lungo racconto, che viene classificato sotto il genere “fantapolitica”. La fascetta gialla apposta sul sottile libro ci comunica che il romanzo si è classificato secondo nella sezione “Narrativa edita” della terza edizione del premio nazionale “Circe”. Gran parte del merito va certamente all’idea di fondo, alla storia immaginata dall’autore, ambientata in un futuro non troppo lontano nel quale Steve Grillo, figlio di immigrati italiani negli Stati Uniti, si sveglia, nel giorno del proprio matrimonio, per apprendere dalla radio che l’America del Nord sta per essere divisa in quattro Stati indipendenti: lo stato della costa occidentale, quello latino-caraibico, uno stato affiliato all’UE e uno confederato al Canada. Il tutto in uno scenario nel quale gli Stati Uniti, con il loro capitalismo sfrenato, sono andati sempre più perdendo terreno rispetto all’Unione Sovietica, che ha riabbracciato i principi del comunismo cercando di non ripeterne gli eccessi e gli orrori. Steve e la sua famiglia hanno attraversato e attraversano ancora questa situazione politica, argomento delle loro discussioni e sfondo alla loro vita, con le gioie, le tragedie, le passioni sfrenate, persino momenti di perversione e sangue versato.
Essendo il prodotto di una piccola realtà, il romanzo presenta le tipiche incertezze di una cosa creata in modo “casalingo”: incertezze nei tempi dei verbi, a volte nella persona narrante (la prima o la terza?), alcuni refusi; nei che, d’altronde, non di rado si riscontrano anche in pubblicazioni più importanti. C’è forse un eccesso di descrizione dei legami familiari, e di attenzione alla famiglia in generale, quando invece la parte più interessante della storia è questa ipotesi di futuro che non si sa se definire utopica o distopica, generatrice di riflessioni sulla storia presente e passata e sul modello capitalistico contrapposto a quello comunista. Sicuramente coinvolgente il capitolo in cui lo zio del protagonista gli narra la propria avventura a Cuba, passata sotto Raul Castro dopo la morte di Fidel, e la rivoluzione pacifica dei suoi sostenitori in America. Si arriva a chiedersi davvero: accadrà?
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