Aeroracconto dell’amore fatale
- Autore: Laura Lamanda
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Fandango Libri
- Anno di pubblicazione: 2012
Il primo aggettivo che viene in mente leggendo “Aeroracconto dell’amore fatale” di Laura Lamanda è insolito. L’intero libro è un fotoracconto, ovvero una narrazione realizzata attraverso fotografie e scrittura, ed è bellissimo fermare gli occhi sulle immagini mentre le parole ancora rimbalzano nella testa. Immagini inconsuete, anche foto antiche, immagini di pupazzetti che raffigurano le scene descritte. La scrittura dell’autrice è leggera, piacevole e soave come una ballerina di danza classica che si muove stando attenta a non fare troppo rumore per riuscire a sentire il frusciare della gonnellina del tutù. Incanta e riporta l’attenzione nelle pieghe emotive dei sentimenti più profondi, quelli legati all’età in cui si forma l’idea dell’amore per l’altro, l’età dell’infanzia, in cui gli adulti che ci navigano intorno costituiscono l’unico riferimento per i sentimenti importanti e mai compresi.
E per Laura Lamanda l’amore fatale è l’unico possibile, in quanto non le è stata data possibilità di scelta ma ha sofferto per l’amore misterioso di un padre “bello come gli attori dei film” che arrivava all’aeroporto, senza sapere da dove, e per la dedizione della “ragazza bellissima” che lo attendeva innamorata. Nella hall dell’aeroporto, finalmente, sua madre e suo padre si guardavano e si baciavano a lungo, un bacio che non finiva mai, proprio come quello dei film, dopodiché lui ripartiva e le lasciava sole fino all’incontro successivo. Non si sceglie di amare fatalmente, succede e basta
“di salire sul treno del supercinema e iniziare il viaggio di passione e follia”.
E l’autrice non ha altra chance che arrendersi all’unico modo di amare che conosce e cercarlo nel maschile che incontra e per il quale vorrebbe provare quello che la ragazza bellissima provava per l’uomo degli aerei, il boom chimico che le viene spiegato da suo padre
“nonostante non ci sappia fare coi bambini”.
Laura Lamanda con una scrittura altamente autobiografica rende possibile un viaggio verso l’amore, il sesso, l’ossessione, persino la pazzia, e soprattutto il sentimento del doppio sconosciuto, con cui ognuno di noi si trova a che fare. La conoscenza delle persone può rappresentare un fattore talmente intimo che alle volte succede di fermarsi a guardare solo il lato che si trova illuminato, un po’ come si fa con la luna della quale si dimentica che esiste anche una parte oscura. E la separazione dalla parte conosciuta e illuminata diviene necessaria per esplorare la profondità della parte sconosciuta e scoprire il “modo di amare gentile, con realistici progetti di armonia” senza rinunciare però anche a qualche impeto di follia perché
“la vita ci chiama alla disfavola. Fidiamoci di lei. Attraversiamo senza tema i mari agitati della disillusione per approdare alla dolcezza della vita com’è. Sfortunato è infatti chi mai disfavola”.
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