Alone. Racconti
- Autore: Non disponibile
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Giraldi Editore
- Anno di pubblicazione: 2019
Una lettura importante, profonda, che porta a tante riflessioni è Alone (Giraldi Editore, 2019), curato da Paolo Alberti. Il libro è una raccolta antologica (insieme agli altri autori: Gianluca Morozzi, Stefano Mellini, Leonardo Vicari, Piero Mariella), che spazia dalla fantascienza al noir, dal comico al drammatico, per descrivere e narrare diverse solitudini, l’invisibilità e l’affermazione della propria identità in questi nostri tempi di uso forsennato dei social.
L’alone è un raggio di sole che circonda un astro, l’effetto del nostro respiro quando si guarda fuori attraverso i vetri di una finestra, l’alone nella nostra vita di tutti i giorni, quando, suggestionati da una sola caratteristica di una persona, vediamo positivi gli altri tratti.
"Alone è un’idea. Impalpabile ma indelebile".
E Alone è la prima storia che dà il titolo al libro: un uomo di cinquant’anni si ritrova a pensare, schiacciato dai ricordi, rimpianti e rimorsi per poi definirsi un’invisibile.
“Sono un alone impercettibile che si rapprende sul vetro di una finestra in inverno.“
Essere un buono a nulla: questa è la sensazione che vive, canuto con una bella barba e accanto, rannicchiata sul divano, lei, "azzerata dalla sua assenza", e la consapevolezza di non aver più tempo. Le solitudini sono differenti, alcune portano all’isolamento, altre al silenzio, ma tutte vengono vissute come un’esperienza interiore che genera sofferenza.
È la solitudine dello scrittore di fantasy la cui presentazione del libro inevitabilmente coincide con un altro evento in paese, e, senza illusioni, è pronto a vivere l’umiliazione a fine serata, quando il relatore dell’incontro chiede se ci sono domande dal pubblico: il pubblico guarda il vuoto, il cellulare o le scarpe.
La solitudine di chi ha dovuto conoscere la galera quando un tempo "bastava la sua presenza a garanzia di qualsiasi cosa". O ancora di un prestigio un tempo riconosciuto da tutti e poi caduto nell’oblio: sbronzo, oggi, gli vien chiesto di allontanarsi dal bar. Quella di Mary Jane, la bambina che gioca da sola in soffitta con la sua palla magica; o di chi è stato lasciato dalla donna tanto amata e, pur di riaverla, scenderebbe a patti con il diavolo; o di una mattina estiva in una famiglia divisa dall’amore che non c’è più, in un giorno maledettamente tragico, il 2 agosto del 1980.
“ È calda Bologna, in agosto l’afa fa luccicare l’asfalto e sudare anche i muri.”
Alone raccoglie storie coinvolgenti ed emozionanti, come quella di Andrea, un donna con un nome maschile che le calza bene. Ha sessantadue anni e da ben trenta, quando si sveglia la mattina, la prima cosa che vede sono le scarpe delle persone, che vanno di fretta, che camminano piano, e riconosce chi le indossa: l’avvocato, la segretaria, il ragazzo del negozio.
“Andrea odia doversi svegliare di colpo, trascinare in fretta e furia il cartone che ha come materasso e il tappeto che usa come coperta. [...] Tutto quello che ha, Andrea lo indossa. Andrea, ufficialmente, non esiste. Non esiste più. Per nessuno. “
Gente comune, i dimenticati, i bambini, le donne, persone accomunate dallo stesso destino, che soffrono di solitudini così feroci da sentirsi estranei perfino a se stessi. La narrazione dei loro racconti li sottrae alla clandestinità, all’invisibilità, facendo riscoprire le loro figure e le loro vite. A tutto questo, si aggiunge la dimensione che la solitudine acquista nella scrittura. Come scriveva Margherita Duras:
"quel sottile rapporto di respiri e complicità tra chi scrive e il proprio racconto".
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