Alto come un vaso di gerani di Giacomo Poretti

Lombardia. In un paese piccolo piccolo nasce un bambino piccolo piccolo e pure un po’ malatino. Per farlo crescere i genitori provano di tutto: colonia, oratorio, preghiere... ma niente, piccolo è e piccolo rimane. Intorno a lui storie comiche, tragiche, poetiche, di amore e solitudine. Un bel giorno Giacomo capisce: il segreto della vita non è "diventare" grandi, ma esserlo.

La vita del protagonista è scandita dal ritmo delle stagioni: un’infantile primavera, la giovane estate, l’autunno milanese e un inverno ancora da venire. Stagione quest’ultima che non si teme con ansia, ma si tenta di scorgere qua e là con la leggera curiosità dell’atomo di carbonio che sogna di diventare nuove cose.
E’ la leggerezza il motore del libro: la leggerezza che colora la campagna lombarda a maggio, che scalda l’immoto cielo serale di agosto, che a ottobre ti fa correre in verticale per i grattacieli meneghini e che a febbraio, tra i ghiacci, ti ricorda che

"devi essere leggero, lasciarti andare, e potrai essere cose ben più meravigliose che un uomo".

Con Alto come un vaso di gerani (Mondadori, 2012) di Giacomo Poretti (famoso nel trio con Aldo e Giovanni) non ci si aspetti il solito libro del comico di turno. Questo è una raccolta di acquerelli, di piccoli, grandi, testi che catapultano il lettore in un paesaggio da presepe.
Se poi si è lombardi, non si potrà non amarlo...