Alto tradimento di Anne Perry

Il passato, inaspettato e sconvolgente, della scrittrice inglese Anne Perry (accusata in minore età di complicità in omicidio di primo grado della madre della sua amica Pauline) non ha minimamente intaccato la mia passione per il suo stile narrativo, per i suoi romanzi, e per i suoi personaggi.
"Alto tradimento" è il primo romanzo di una trilogia, ambientata allo scoppio della Prima Guerra mondiale: siamo a Cambridge, ad inizio estate 1914, quando il professor Joseph Reavley viene informato della morte in un incidente d’auto di entrambi i genitori.
Il dolore per la prematura perdita si aggiunge alla notizia, da parte del fratello Matthew, al soldo dei Servizi Segreti, che l’incidente potrebbe non essere stato causato da una semplice fatalità: il padre aveva contattato il figlio per comunicargli di essere in possesso di un documento capace di pilotare il destino del mondo.
Ancora regna una quiete, seppure apparente; siamo a ridosso dell’attentato in Serbia dell’Arciduca austriaco e consorte, scintilla del conflitto mondiale, ma si vive nell’illusione che questa guerra coinvolgerà solo l’impero austroungarico e la Russia.
Ma c’è anche chi sente che le braci che sottendono a questo conflitto potrebbero diventare un immenso e catastrofico incendio, che potrebbe diventare globale. Di questo tipo di sensazioni si fa portavoce un giovane e promettente studente di Joseph, Sebastian, che confida al suo mentore le sue paure, ma che neppure una settimana più tardi sarà trovato morto nella sua stanza.

La trama gialla trova una perfetta fusione qui con le ansie, le aspettative, ma anche le quotidianità dei personaggi che colorano questo romanzo.

La sapiente abilità della scrittrice regala al lettore una conoscenza approfondita, quasi personale, di ogni personaggio e non risulta affatto difficile immedesimarsi in quel periodo storico, sentire vibrare tante differenti energie. La soluzione dei delitti, niente affatto scontata, si accompagna egregiamente a questo affresco di inizio secolo, portando il lettore a seguire le vicende in parallelo, senza alcuna fatica, ma con crescente tensione e partecipazione.

Non so quanto la vita vera dell’autrice abbia influenzato la sua “sensibilità”; so solo che un autore, quando trasmette tanto e tanto bene, va giudicato solo come tale, magari a dispetto di tutto il resto.
Consigliato!