Amati enigmi
- Autore: Clotilde Marghieri
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Avagliano
“Scrivo, come ha detto Palazzeschi, per raggiungere una mano nell’oscurità. Accetto il limite di essere quella che sono e mi rivolgo ai miei simili sapendo quali sono le lontananze che dividono anche i simili.“
Clotilde Marghieri, scrittrice napoletana e fiorentina di adozione, ha percorso gli anni del Novecento conoscendo e frequentando Sibilla Aleramo, Salvemini, Corrado Alvaro, Rocco Scotellaro. Approdò alla scrittura in tarda età, negli anni ’60.
Con Amati enigmi edito da Vallecchi vinse nell’estate del 1974 il Premio Viareggio. Aveva allora 77 anni. Nel 2001 in occasione del ventennale della sua morte, la casa editrice Avagliano Editore ha reso omaggio alla scrittrice pubblicando la sua opera al fine di non dimenticare un’autrice italiana piena di grazia e turbamenti, come la Marghieri è stata definita.
Quali sono gli amati enigmi? È la notte di capodanno e la scrittrice si rivolge al suo giovane e seducente interlocutore Jacques (il riferimento è al personaggio shakespeariano) interrogandosi sulla sua vita e sugli anni inesorabilmente trascorsi. Clotilde sente il peso della vecchiaia, non vuole cederle e inizia a ricordare la sua giovinezza, le curiosità della sua vita, gli incontri con artisti e letterati, i profumi della sua terra vesuviana, i colori di Capri, la giovinezza e i dolori, al cui richiamo rimbalzano di nuovo nel suo cuore. Gli amici più vicini a lei hanno consacrato la vecchiaia per difendere la loro solitudine, Clotilde invece non la accetta del tutto.
“..mi soffiano dentro, improvvisi, i venti dell’intemperanza e sulle mie labbra spuntano ancora quei superlativi che vi fanno sorridere. Se la giovinezza fisica è tramontata, i suoi riflessi spesso importuni continuano a scattare e qualche volta sono presa da rimpianti e desideri cocenti."
Sono ancora tante le domande senza risposte che le affiorano e sembra implacabile l’avvicinarsi del tempo della fine. Ritrova i diari degli anni trascorsi, legge il susseguirsi di parole frettolose, distratte, che le restituiscono persone e paesaggi, in un tempo che sembra essere annullato in un eterno oggi. Sfogliando le pagine di quando era fanciulla riscopre le parole che descrivono la bellezza della madre, che seduta alla toilette preparava i suoi lunghi capelli neri alla pettinatrice o quando nel diario del ’41, rilegge dell’allarme che risuonò in piena notte mentre erano a Bologna e la corsa al rifugio, con la paura in gola. O dei suoi ricordi più cari, del suo viaggio umano, legati alla conoscenza e alla frequentazione di Corrado Alvaro, conosciuto a Napoli e del quale rimarrà letteralmente stregata.
Una lettura che sorprende e che ammalia. L’autrice ripercorre il suo tempo con la curiosità di una giovane amante che attende ancora un susseguirsi di scoperte.
È la prima volta che sono vecchia, scrive, e non sento per nulla l’avvicinarsi della morte.
Amati enigmi è un libro che si ama fin dalle prime pagine, non solo per le emozioni e le riflessioni descritte, ma anche per la raffinatezza intellettuale di una scrittrice troppo presto dimenticata. Una donna non convenzionale che nel diario dei suoi diari si confessa con una nobile malinconia e senza alcun misero cinismo. È la sua ricerca nel passato, quel passato che vuole proiettare nel suo presente, ieri nell’oggi, donando la profondità e lo spessore del tempo alle pagine ormai ingiallite i cui enigmi, quelli inspiegabili e quelli brucianti, rimangono soprattutto amati.
“Di bello, di tenero, di voluttuoso, nella mia esistenza di oggi non ci sono più che i sogni. Nei sogni, che sconfiggono il tempo, ho sempre vent’anni, o sono da fuori di ogni età, perché essi mi restituiscono a quella che fui, che sono ancora, e mai a quella che appaio. "
AMATI ENIGMI.
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