America non torna più
- Autore: Giulio Perrone
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: HarperCollins
- Anno di pubblicazione: 2021
Forse ha ragione chi dice che ci vuole una vita intera, per raccontare la propria vita. O comunque un lungo cammino già percorso, o quantomeno una visione chiara di ciò che è stato, uno sguardo distaccato. Nella distanza, spaziale o temporale che sia, arriva infatti a costruirsi un nuovo palazzo di sentimenti, che si regge in piedi da solo, ma come su una distesa di sabbie mobili, e che se potesse girerebbe su sé stesso ogni giorno, in senso orario e poi antiorario.
Leggendo America non torna più, l’autobiografia dichiaratamente tale con cui Giulio Perrone torna in libreria per HarperCollins Italia, per lo meno, l’impressione che si ha è proprio questa: un libro che, secondo le parole stesse dell’autore (e editore della casa editrice indipendente a cui ha dato il suo nome e cognome), ci ha messo anni e anni per venire alla luce, per essere completato, per venire dato alle stampe.
Intere ere esistenziali, durante le quali è possibile che personaggi e ricordi abbiano cambiato spesso contorni, come ridisegnati ogni volta da quei contorni che la memoria cancella e riscrive, forse per istinto di sopravvivenza o forse per clemente e autoindotta imperfezione.
Sta di fatto che, sfogliando le pagine del volume, ci si rende conto quasi subito di essere di fronte a un materiale prezioso e ancora incandescente, rilegato parola dopo parola con l’attenzione commossa di chi non ha ancora chiuso i conti con il passato, o meglio, di chi li tiene aperti apposta per tornare a buttare uno sguardo di qua e di là, nella speranza che i giorni più tristi cambino idea, o che il sorriso dei giorni migliori si propaghi con la sua onda d’urto nel resto delle settimane.
Protagonista e io narrante è l’autore stesso, raccontato nel suo ruolo ora di figlio e ora di amico, ora di padre e ora di partner, e tenuto per mano lungo la sua crescita da una voce roca e tuttavia cristallina, incapace di covare rancori o di fare a meno di quanto, un tempo, sembrava per davvero indispensabile.
La sua esperienza è ricomposta in un continuo dialogo (immaginario, o più raramente reale) con il resto della famiglia, perfino con quella allargata, e in un’alternanza di piani temporali e di considerazioni dalle quali si intuisce che le categorie cronologiche del passato e del presente sono solo convenzioni di poco conto, canzoni di cui è meglio in questa sede scordare in fretta le parole per concentrarsi su una comune e liberatoria melodia.
Così, grazie a una colonna sonora d’eccezione, che fa capolino fra le pagine collocando la storia nella seconda metà del Novecento romano, fino ai primi anni del XXI secolo, si seguono i buchi neri intorno ai quali il protagonista cerca di fare luce, le domande rimaste senza l’ombra di una risposta, le parole che hanno fatto breccia al momento sbagliato, le scelte che sono state compiute in una bizzarra forma di cecità giovanile, o di incomprensione senile.
L’avventura richiede un passo cauto e accorato, una visione sempre laterale e allargata sugli eventi, e di conseguenza anche la lingua e i sentimenti devono imparare a modellarsi sulla base di ciò che intorno nel frattempo è scomparso, o è ormai irriconoscibile, fino a quando l’insieme degli incontri, delle occhiate, dei discorsi serrati non prova a ricomporsi una prima, una seconda e poi quasi una terza volta, nell’affannosa ma lucida ricerca di una cornice resistente alle intemperie, e magari perfino di una via di fuga dal dolore.
"Non esiste via di fuga possibile dalla propria vita", ammonisce però il protagonista, e i buchi intanto sono diventati veri e propri crateri, non-luoghi dell’anima dai quali è impossibile spalare via gli ultimi residui, ammesso che ci sia ancora qualcuno per cui avrebbe senso occuparsene.
Più che un cerchio da chiudere, infatti, America non torna più assomiglia a una spirale da ammirare con rabbia e dolcezza, a un groviglio fragile di episodi da benedire, che nel momento in cui smetteranno di apparire mostruosi nella loro proiezione sui muri potranno rivelare finalmente la nostalgia dalla quale sono stati avvolti i loro totem, e la bellezza misteriosa che non li abbandonerà neanche dopo il passaggio sulla terra di intere generazioni.
America non torna più
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