Amori, bugie e tacchi alti di Rebecca Chance

Amori, bugie e tacchi alti (Newton Compton, 2013) della scrittrice inglese Rebecca Chance non è il solito romanzo chick – lit, perché abbandona i toni leggeri del genere per esplorare in maniera cinica e disincantata l’ascesa per il potere nello scintillante mondo delle riviste di moda.

Il tema centrale non è né l’amore romantico né la passione, ma la sete di ambizione, come dimostrano i personaggi femminili principali, tutte donne forti e determinate nel perseguire i propri obiettivi lavorativi. La loro vita sentimentale, al contrario della carriera, risulta confusa e disorganizzata, non a caso assume sempre un ruolo secondario rispetto alle esigenze professionali.

L’intreccio narrativo prevede l’alternanza di tre diversi punti di vista corrispondenti alle tre protagoniste, donne di età e posizioni diverse: Jodie, Victoria e Mireille.

• Jodie è all’inizio del suo sogno, perché si presenta alla selezione per diventare assistente personale del suo idolo, Victoria Glossop, direttrice della rivista “Style UK”.
• Victoria è un osso duro, fredda, determinata e impeccabile, ma Jodie con le sue qualità riesce a farsi notare, anche se deve cambiare il suo nome con il più chic “Coco”.
• Mireille, infine, è la fashion editor di “Style US”, un ruolo che le permette di decidere mode e tendenze direttamente dai vertici di New York.

È facile immaginare come queste tre figure siano costrette a relazionarsi e a lavorare insieme all’ombra del potente Jacob Dupleix, magnate dei media e proprietario della rivista “Style”, innescando dinamiche molto diverse…
In conclusione, un libro che racconta dello sfrenato desiderio di farsi strada a tutti i costi pur di ottenere lo scettro del comando e i privilegi che ciò comporta.

La sua vita era così cambiata negli ultimi otto mesi da diventare irriconoscibile. Non era proprio come la favola di Cenerentola, anche se si era sentita come se una fata madrina fosse apparsa e l’avesse trasformata con un colpo di bacchetta: perché dopo la trasformazione Cenerentola non aveva dovuto lavorare più duramente di quanto non avesse mai fatto nella sua vita.