Andrea Camilleri. Ritratto di uno scrittore
- Autore: Andrea Camilleri
- Anno di pubblicazione: 2010
Agile per levità di scrittura e complesso per la profondità delle tematiche trattate, il libro di Marco Trainito "ANDREA CAMILLERI", sottotitolato "Ritratto dello scrittore" (Treviso, Anordest 2010, pp. 254), si presenta con una copertina abbellita dalla fotografia recante l’immagine della casa a mare di Montalbano lungo la spiaggia di “Punta Secca”, nel ragusano.
Nel suo risvolto risulta così sintetizzato sia la natura che lo scopo dello scritto:
“un saggio e un’introduzione generale all’opera di Andrea Camilleri (…) accessibile al pubblico sia dei lettori accaniti del grande scrittore siciliano sia di quelli che ancora non si sono cimentati con le sue opere”.
Si compone di una premessa, di tre capitoli ciascuno dei quali, viene suddiviso in quattro paragrafi, nonché di una essenziale bibliografia. Già in premessa Trainito fissa alcune ascendenze di Camilleri, tra cui la presenza ineliminabile di Pirandello: il suo insegnamento entrato “nella carne viva della sua parola, traendo una lezione di metodo, di stile e di poetica”. A partire da questa riflessione, egli poi percorre uno spazio tanto vasto, avvalendosi di numerose letture di libri di Camilleri da cui trarre gli ingredienti necessari alla costruzione della sua interpretazione.
Il capitolo primo, dopo alcune notazioni bio-bibliografiche, individua nel romanzo "Un filo di fumo" il nucleo essenziale della produzione di Camilleri:
“vero e proprio generatore per le opere degli anni Novanta che hanno dato allo scrittore un clamoroso successo di pubblico”.
In maniera chiara e dettagliata, ne riporta la trama e, in merito, sintetizza il pensiero dei critici più autorevoli, quali Bruno Porcelli e Maria de Las Lieves Muñiz Muñiz. A conti fatti, le sue argomentazioni appaiono convincenti. Sia la strategia compositiva adottata sia le strutture conoscitive (l’invenzione di Vigata, nonché la spiccata vocazione socio-antropologica nel contesto post-unitario fin quasi all’avventura dei Fasci Siciliani) e le sonorità segniche (l’invenzione d’una inconfondibile lingua corredata di un glossario, funzionale alla resa espressiva della comunità dei parlanti nativi) sono i motivi che incideranno di più nella stesura delle successive opere, tant’è che il revisionismo del Risorgimento, documentato da due Commissioni d’Inchiesta, sarà poi ripreso, ad esempio, nei romanzi "La bolla di componenda", "La stagione della caccia", "Il birraio di Preston", "La mossa del cavallo"…
Anche le lettere fanno parte dell’apparato documentario del romanzo Un filo di fumo: un dato, rinvenibile ne "La luna di carta", ne "La vampa d’agosto" e ne "Il campo del vasaio", dove il commissario Montalbano scrive a se stesso per mettere in ordine le varie tessere delle sue indagini. L’apice di questa tecnica – annota Trainito – viene raggiunto ne "La scomparsa di Patò".
Tanti altri sono gli aspetti critici che ci sono rivelati dalla sua opera. Vorrei indicare le corrispondenze individuate tra il glossario presente ne "Il filo di fumo" e "Il gioco della mosca", indubbiamente rilevanti, perché aiutano a ricomporre il puzzle che dà il ritratto dello scrittore di Porto Empedoche. Ad ogni modo, i filo conduttore dello studio va individuato in un atteggiamento non acquiescente verso il potere d’ogni tipo. Lungo questo tracciato, basato essenzialmente sul motivo della “laicità”, egli mette così in luce l’attualità di Camilleri, vista come coscienza critica e rigorosa misura di verità.
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