Anestesia letale
- Autore: John Harvey
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2018
Quasi quota cento, non è poco. Sono una novantina i polizieschi di John Harvey, compreso “Anestesia letale” (440 pagine, 16 euro), pubblicato a novembre da Oltre Edizioni, casa editrice torinese che sceglie autori bravi, a prescindere dalla nazionalità e dalle consorterie che possono fare da sponsor. Insomma, chi ha da scrivere scriva, sarà considerato.
E Harvey lo fa, da molti decenni. Ha ottant’anni, è di natali londinesi, ma la Nottingham di Robin Hood è la sua seconda patria. Vi ha ambientato gran parte dei suoi gialli ed è la sede dell’ispettore Charlie Resnick, fin da quando era un semplice agente di pattuglia.
Hanno superato la doppia cifra i romanzi con il poliziotto di origini polacche che divora tramezzini e ascolta jazz freddissimo. Questo è il terzo (uscito nel 1991 col titolo “Cutting Edge”). La critica britannica salutò con grande entusiasmo il primo titolo, apparso nel 1989. Il Times lo collocò tra le 100 crime novel del secolo.
Molto si deve alle qualità tutt’altro che scontate di Resnick, che una volta rimossa la “crosta” di cinismo e scetticismo si rivela quello che è: un genio dell’anticrimine, motivato a migliorare la società assicurando la giusta punizione dei colpevoli. Per questo, non lascia niente di intentato pur di metterli dietro le sbarre.
Un altro segreto del successo della narrativa di John Harvey – che oltre ai thriller ha prodotto storie di spionaggio, fantascienza e perfino avventure nel west - è la capacità di dominare la materia letteraria con semplicità, ma in modo sempre originale. Qui una mano gliela dà efficacemente la perfetta conoscenza dei luoghi di Nottingham in cui si verificano fatti e fattacci nelle sue pagine serrate. Risale alla sua stagione universitaria la frequentazione del ponte pedonale coperto, tra l’ospedale e il campus universitario, dove si svolge l’incontro del dott. Tim Fletcher con la figura incappucciata e con i guanti neri, che l’aggredisce sadicamente con una lama.
È una sconvolta Karen Archer a trovarlo riverso, senza capire se sia vivo o morto. L’infermiera ha cominciato da poco una relazione con lui. È una bella ragazza, particolare che non sfugge al giovane poliziotto Paul, che si impegna a farle domande a caldo, nonostante le lacrime di lei e le proteste di presenti e curiosi.
Fletcher non è morto. È ricoverato con ferite gravi anche alla testa, inferte da un aggressore grosso e forte, spinto da ragioni personali, non da altri scopi. Profiling elementare per la squadra di Resnick, visto che non è stato rubato nulla.
Medico ospedaliero aggredito accoltellatore a piede libero.
La stampa la mette così e la polizia finisce sotto pressione. È stato aggredito con una lama affilata e le lesioni a una gamba sono diverse da quelle in altre parti del corpo. Sembrano accurate, intenzionali, guidate da cognizioni di anatomia. Il fidanzato precedente di Karen, Ian Carew, studia medicina, motivo in più per scoprire dove sia e andargli a fare visita, secondo l’ispettore investigativo. Non è detto che se una cosa sembra ovvia debba essere per forza sbagliata.
Questo Ian è indubbiamente un bel ragazzo ed ha decisamente un brutto carattere, oltre a un alibi per l’orario in cui è avvenuta l’aggressione all’internista in carriera.
La Harcher si vede piombare Carew in casa, con fare rude e capisce che non saranno minuti facili. Il giovane le rinfaccia la loro separazione, per colpa di “quello lì” e la accusa di avergli messo la polizia alle costole.
L’antipatia di questo giovanotto buca le pagine. Resnick ha una brutta opinione dello “stronzetto strafottente”, però ha le mani legate dalla legge e non può trattenerlo contro la sua volontà, nemmeno davanti al fondato sospetto che abbia picchiato e stuprato l’ex-fidanzata. Un rapporto sessuale c’è stato, sul volto della giovane sono apparsi tagli e lividi, tuttavia Keren non denuncia e non accusa nessuno. Charlie può solo forzare la mano, diffidando formalmente Carew dall’assumere atteggiamenti aggressivi nei confronti della Harcher. Di più non può fare, con quel ragazzone robusto, pieno di soldi e di rabbia.
Ed ecco un’altra aggressione a un altro dell’ospedale, nell’orinatoio di un locale, da parte di un malintenzionato robusto e armato di coltello. Una fotocopia del caso precedente, con una variante: hanno tentato di evirarlo.
Infermiere lotta per la vita
È questo il titolo del quotidiano locale. C’è tanta pressione intorno alla polizia, che qualcuno contesta a Charlie Resnick di perdere tempo a mangiare invece di andare a caccia 24 ore al giorno di un criminale recidivo.
C’è un’altra donna sconvolta, Sara Leonard, caposala e collega stretta del secondo ferito. Anche di Karen, ovviamente. Il caso criminale si direbbe ristretto al personale di quell’ospedale di Nottingham.
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