Angeli Caduti Nella Notte
- Autore: Carmine Rosano
"Angeli caduti nella notte" è un breve romanzo che indaga sul bisogno di amare ed essere amati.
I protagonisti sono giovani confusi che cercano l’assoluto e l’amore inteso come passione estrema e distruttiva, vagano alla cieca aggrappandosi alle illusioni, seguono la scia di emozioni che possono ucciderli e farli sentire vivi in quella morte e nel loro vagare emerge la loro incapacità di amare ed il loro desiderio di autodistruzione che cercano in ogni modo di mascherare, nascondendosi dietro un vetro fumoso che simboleggia la loro confusione e la loro capacità di vivere fino in fondo.
Sono sconfitti in partenza e si atteggiano ad eroi romantici, pronti a sacrificarsi per quell’ideale di cui in realtà non sanno nulla, in un vano tentativo di raggiungere l’assoluto per non affrontare se stessi, le proprie mancanze, ciò che si agita, come un demone, nella loro solitudine.
La storia procede con un taglio cinematografico, cambiando continuamente prospettiva, frammenti in bilico, tra prosa e poesia, rincorrono i personaggi mettendo in luce le loro contraddizioni, la loro solitudine e incapacità di rapportarsi all’altro, che diventa quasi un’ombra su cui proiettare le proprie fantasie, i propri desideri.
Ostentano con caparbietà la loro voglia di amare, ma riescono solo a sfiorarsi restando lontani, come estranei che cercano il tepore di un abbraccio negato.
I protagonisti agiscono come se fossero vittime della vita, ma in realtà sono essi stessi i carnefici che determinano la propria sconfitta nel mondo. Con rassegnazione si ripiegano su se stessi, crogiolandosi in quel dolore che mostrano con orgoglio, perché è in quel dolore che riescono ad affermare il proprio essere, il loro desiderio di vivere una vita che sia sublime come una tragedia, ma che in realtà li svuota e li lascia ancora più soli e tristi nella loro incapacità di amare se stessi.
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un messaggio come una lunga nota molto interessante sulla salute mentale dei nostri giovani ed il tempo attimo per attimo non fa altro che peggiorare lo stato dell’anima giovanile che confusi camminano in branco per sentirsi forti e poi da soli sfuggono a loro stessi per non confrontarsi con il malessere profondo che li pervade ormai filosofi moderni sociologi psicologi scrittori poeti si sono accorti di tutto ciò ma possono solo dirlo proprio in quel mezzo che sta facendo del male senza ritegno "la televisione" che certamente non è la sola causa del malessere ma regala sogni effimeri e fasullo benessere che entra in tutte le case e ad ogni ora che poi viene puntualmente deluso con una cattiva politica sociale giovanile...Galimberti direbbe non hanno più il futuro gli e stato tolto e Andreoli direbbe il contrario della speranza è la disperazione...credo che sia un interessantissimo libro che parli anche dell’amore di quello che si crede tale e di quello malato