Anime nere
- Autore: Lucetta Scaraffia Anna Foa
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Marsilio
- Anno di pubblicazione: 2021
Due donne, una nota storica e un’importante giornalista, ambedue docenti di storia contemporanea, Anna Foa e Lucetta Scaraffia, scrivono a quattro mani un saggio, Anime nere (Marsilio, 2021), che mette in luce pagine davvero complesse, oscure, contraddittorie, che ebbero per protagoniste due donne, una ebrea romana e una giovane tedesca, Celeste Di Porto e Elena Hoehn. Nella Roma occupata dai nazisti le due donne ebbero ruoli drammatici, delatrici, spie, opportuniste, che le portarono a conoscersi nel carcere delle Mantellate subito dopo la fine della guerra, in quel clima insanguinato dove si ricercava una giustizia che ricostruisse in qualche modo una nuova convivenza civile dopo la tempesta della guerra.
Avevo letto nel 1994 un libro di Giuseppe Pederiali, Stella di piazza Giudìa, dove la vicenda di Celeste Di Porto, che denunciava ai nazisti i suoi correligionari, veniva raccontata in forma romanzesca: dunque sapevo già di questa dolorosa vicenda, non la sola purtroppo, che aveva insanguinato la già devastata comunità ebraica romana.
Ignoravo invece l’esistenza della “spia” tedesca, Elena, che insieme alla sorella Emita si erano trasferite a Roma, sposando due italiani. La ricostruzione storica minuziosa che nel libro le due autrici fanno delle intricate vicende che si svolsero nei terribili mesi tra il 1943 e la fine della guerra, e poi negli anni successivi fino a tempi recenti, è un compito arduo: Celeste Di Porto, condannata per collaborazionismo nel 1947, era nata e abitava con la famiglia nel ghetto di Roma, “una ragazza bellissima, che aveva un fascino particolare”. Rancorosa verso la sua famiglia e le sue origini, dopo la razzia del 16 ottobre riuscì a salvarsi dalla deportazione e rientrata in casa sua si unì a bande di fascisti che denunciavano gli ebrei sopravvissuti alla grande retata. Nel marzo 44 avrà un ruolo determinante anche dopo l’attentato di via Rasella che condurrà all’eccidio delle Fosse Ardeatine: contribuì infatti con la sua presenza a stanare gli ebrei che mancavano per arrivare al numero di vittime necessarie per la rappresaglia.
La figura di Elena Hoehn è molto più complessa e sfaccettata. Sposata civilmente con il piccolo commerciante meridionale Luigi Alvino, dopo anni trascorsi a Napoli, dove vive con un altro uomo, Giuseppe Frignani. Passerà a vivere a Roma, tornata con il marito, dove sarà coinvolta nelle vicende più drammatiche della storia cittadina: donna libera e spregiudicata, piena di contraddizioni, si offre di ospitare in casa propria il colonnello dei carabinieri Giovanni Frignani, autore dell’arresto di Mussolini. In cerca di rifugio, viene accolto dalla Hoehn e poi verrà arrestato proprio a casa sua, insieme a tre ufficiali del carabinieri, tutti finiti a via Tasso e di lì alle Ardeatine. Che ruolo svolse Elena? Le sue sono mani insanguinate, avendo consegnato in una serie di doppi e tripli giochi i suoi amici ai nazisti?
Le storiche indagano su fatti poco noti, mai fino in fondo esplorati da una ricerca attenta sulle fonti, consultando archivi, raccogliendo testimonianze, segnalando le incongruenze di fatti che porteranno le due donne insieme al carcere femminile delle Mantellate, gestito dalla suore. Qui nasce la insolita amicizia tra le due, che occupa la seconda parte del libro: la spia spregiudicata e opportunista si è convertita a un cattolicesimo mistico e formale, e riuscirà a portare dalla sua l’ingenua Celeste. La donna, continuando il suo rapporto di profonda ostilità con la comunità ebraica che non ha dimenticato e la vuole morta, accetta di convertirsi al cattolicesimo: madrina del suo battesimo nella cattedrale di Assisi sarà la stessa Elena, che la condurrà con sé a Trento, per incontrare un nuova comunità che si sta affermando, quella fondata da Chiara Lubich. L’ingenua fondatrice dei Focolarini accoglierà le due donne, reduci da traumatiche esperienze, senza far domande. Il loro passato inquietante, le loro mani sporche del sangue di tanti ebrei, di tanti ufficiali italiani periti dopo insopportabili torture, Frignani, Aversa, De Carolis, Montezemolo, non sembrano interessare lei e le sue giovani e idealiste compagne, tutte tese all’accoglienza di chiunque si presenti alle porte dei loro nuovi “Focolari”. Quello che interessa raccontare alle due autrici del libro comunque, può essere sintetizzato nelle parole di Ernesto Galli della Loggia, riportate nel testo:
“In Italia dunque, l’avvento della democrazia – proprio mentre la nuova classe dirigente ne esaltava e invocava lo spirito civico rigeneratore – coincise con un fenomeno di vero e proprio , inevitabile, trasformismo di massa”.
La copertina di questo libro originale, importante, che mette al centro tre donne divenute famose, nel bene e nel male, riproduce un quadro del 1935, “Due sorelle”, di Leonetta Cecchi Pieraccini: donne pensierose, dallo sguardo enigmatico, così emblematiche di un lungo e oscuro periodo in cui anche alcune donne ebbero un ruolo nefasto. E la ricerca storica che documenta i fatti pur nella loro estrema complessità ne è la prova.
Anime nere. Due donne e due destini nella Roma nazista
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