Anna O di Matthew Blake

Molte citazioni nel libro Anna O dell’inglese Matthew Blake, pubblicato da La nave di Teseo, con traduzione italiana di Tiziana LoPorto, a cominciare dall’esergo di Sylvia Plath:

“Mi terrorizza questa cosa scura che dorme in me”.

A essa si aggiunge la presenza inquietante di Lady Macbeth, di Medea di Euripide, e del libo più celebre di Truman Capote, A sangue freddo: citazioni tutte opportune, data la materia che lo scrittore sviluppa in questo romanzo interessante e perturbante, che ha per oggetto il sonnambulismo, la coscienza presente o non presente che durante il sonno fa compiere azioni, in questo caso omicidi, di cui il soggetto non ha assolutamente né consapevolezza né ricordo.
Protagonista del racconto è il medico del sonno, il trentenne Dottor Benedict Prince, divenuto esperto di una materia molto complessa e ambigua, con cui la giustizia non riesce ancora a fare seri conti.
Ben è incaricato di riuscire a far emergere da un sogno letargico che dura da ben quattro anni una giovane donna, Anna O, che in una tragica notte, durante uno strano gioco di gruppo di cui facevano parte i suoi genitori, e i suoi due soci, Douglas e Indy, era stata trovata con un coltello insanguinato nelle mani, mentre i due ragazzi erano morti colpiti da decine di coltellate. La madre di Anna, una celebre e influente donna dalla promettente carriera politica si era dovuta dimettere, il padre Richard Ogilvy si era fatto da parte, in attesa di vedere se e come la figlia si sarebbe risvegliata.
Trasportata in una clinica molto esclusiva, assistita da un’infermiera a lei dedita in modo affettuoso e molto professionale, Anna continua a dormire: Benedict Prince, il nome quasi un accenno al principe che sveglia la Bella Addormentata, ha un suo metodo che cerca di applicare al caso clinico così insolito: attraverso musiche e ricordi della sua infanzia, attraverso odori e diverse percezioni sensoriali, forse l’esperto Ben riuscirà a compiere il miracolo.

Non si può dire di più di questo thriller psicologico nel quale i personaggi giocano ruoli inattesi, dove le sorprese e i colpi di scena sono continui e destabilizzanti: l’autore ha scelto di proposito di tenere i lettori anche più esperti sul filo della curiosità, tanta la maestria che conduce la narrazione all’inedito finale.
Psicologo o taumaturgo, si chiede la moglie separata di Ben, Clara, poliziotta dalla solida fama di detective, che cerca di aiutare l’ex marito quando sarà in seria difficoltà. Harriet, “l’aiutante angelica” che veglia sul corpo inerte di Anna, è un’altra protagonista della storia, così come la maestra di Ben, la professoressa Virginia Bloom, che da troppo tempo segue il caso.
Il nostro protagonista non fa che vedere film di Alfred Hitchcock, maestro di vera suspense, “Notorius” e “Caccia al ladro”, “L’amante perduta”, “Intrigo internazionale”, “La donna che visse due volte”, tutti espedienti del narratore per portare fuori pista i lettori che pensano di aver capito come siano andate le vicende sanguinose narrate.
Cosa succedeva nell’ospedale psichiatrico Broadmoor? Chi è il @PazienteX ? Esistono gli “assassini nati”, come si legge in una pagina del libro di Capote, “capaci di dare la morte a sangue freddo”, come forse ha fatto nel sonno Anna Ogilvy?
Leggete il libro, la sorpresa finale vi spiazzerà!