Archeologia Industriale. Palermo
- Autore: Daniela Pirrone e Maria Antonietta Spadaro
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2015
Attraverso un’attenta e precisa ricognizione si offre un quadro completo dei maggiori stabilimenti industriali che sorsero nel territorio di Palermo e che adesso costituiscono una preziosa testimonianza di archeologia industriale come si racconta in "Archeologia Industriale. Palermo" di Daniela Pirrone e Maria Antonietta Spadaro. Sono state compiute indagini accurate documentarie in archivi e biblioteche, i cui risultati mostrano l’attenzione che si poneva anche da un punto di vista estetico oltre che funzionale per questo tipo di costruzioni.
Palermo e il suo territorio sono stati al centro di una rilevante produzione industriale in diversi settori e queste costruzioni risultano un’importante testimonianza del passato. Le realizzazioni industriali sono sorte con una tecnologia e una struttura legate alla cultura tecnologica dell’epoca in cui vennero realizzate divenendo col passare del tempo maggiormente obsoleti e degradati rispetto agli edifici civili e religiosi.
Questi siti costituiscono un patrimonio poco considerato soprattutto dalla cultura umanistica nazionale che non ha rilevato l’importanza della conservazione degli edifici industriali che, quantunque in disuso e in abbandono, sono da considerare beni culturali a tutti gli effetti, luoghi della memoria, testimonianza del lavoro dell’uomo. Ben altra attenzione è loro rivolta in altri paesi come nel Regno Unito. Si è avuta un’attenzione maggiore verso la cultura materiale contadina con diversi musei diffusi nel territorio in cui sono esposti gli strumenti del lavoro dei campi. Di contro per quanto attiene l’industria, in ispecie quella del periodo della rivoluzione industriale, sopravviene un’indifferenza, considerando questi luoghi inutili e destinati all’oblio.
Ma la cultura è una sola, senza alcuna distinzione di sorta, come è una sola la Storia. Bisogna considerare l’importanza di tutto un processo legato all’industria che ha portato alla modernità.
Occorre riconvertire questi luoghi lasciandoli anche alla libera fruizione come si è fatto per i Cantieri Culturali alla Zisa mentre non lo si è fatto per la Chimica Arenella o la Manifattura Tabacchi. Ma nel libro sono stati inseriti anche quegli edifici di cui non rimane traccia come la Ceramica Florio o la Fonderia Oretea.
Il libro, che si apre con la prefazione di Nino Vicari, è scritto a più mani con interventi di studiosi ed esperti che hanno soffermato la loro attenzione sugli edifici cittadini. Si inizia con dei profili generali delle due autrici, a cui sono stati associate altre considerazioni su “Architettura e Tecnica in due secoli in due secoli di attività industriale a Palermo” di Simona Bartorotta che contiene un’analisi da un punto di vista prettamente tecnico sulla costruzione di questi edifici. Poi Rosario Lentini, storico del periodo ed Aurora Pomara hanno inserito un profilo storico ne “L’industria a Palermo: una storia breve”. Ed ancora sono indicate in successione le fabbriche dismesse, quelle dismesse nei siti storici e quelle oggetto di recupero e riuso con una ricca bibliografia.
Il prezioso volume si legge e si consulta come una guida attenta del passato e del presente, contenendo le schede dei siti industriali censiti, con un corredo a supporto di ottime foto di Andrea Ardizzone.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Archeologia Industriale. Palermo
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