Aria precaria di Sara Root

"Aria precaria" (Cairo Editore) di Sara Root è il libro che è stato definito della "generazione precaria" in un’Italia che lotta ogni giorno per sbarcare il lunario e lo fa con sacrifici enormi per ogni generazione, ma dove in particolare i giovani sono alla mercé di un’epoca globalizzata e assolutamente discutibile nei suoi cambiamenti spesso disastrosi.

Sara Root, giovane autrice milanese trasferitasi a Roma, non è solo brillante, sveglia, pratica, auto-ironica e divertente, ma è una ragazza che con coraggio ha messo sotto i riflettori un grande dramma non solo italiano, sebbene subiamo ciò che ci impone il Belpaese: il precariato giovanile.
Un tema e un libro che, a mio modesto parere, dovrebbero esser portati anche nelle scuole di oggi, dove i giovani ancora studiano e si preparano all’Università con mille sogni e spesso illusioni che verranno infranti se non hanno parenti e conoscenti che li sistemeranno per il futuro.

Un libro che racconta le esperienze lavorative della stessa autrice, in seguito alla Laurea. Un libro sano, sincero, ricco di tutte quelle sfumature sociali che ci si aspetta di riscontrare dalla realtà, perché la stessa è raccontata in modo impeccabile, senza sbavature o "frasi fatte" e senza "idealizzare" nulla, perché nulla va idealizzato in una società come la nostra che è alla deriva.
"Aria precaria" è uno spaccato veritiero d’Italia, attraverso la prospettiva di una giovane alla ricerca solo della sua "normalità", in una sistemazione economica e lavorativa adeguata a crearsi un futuro degno di tale nome.
Sara descrive in modo molto schietto quali siano state le sue difficoltà lavorative e la gavetta che ne ha segnato esperienze spesso ai limiti del paradosso, eppure viviamo in una società paradossale dove per un colloquio di lavoro ad una donna si chiede ancora se intenda metter su prole. Colloqui al limite della decenza e lavori che implicano prove temporali spesso "gratuite" come se "mangiare" o dover sopravvivere sia solo un optional.
Tutti i ragazzi di oggi possono riconoscersi in questo romanzo, possono ritrovare le proprie esperienze e comprendere che non siano "soli", ma che anzi... sono uniti nelle difficoltà.

Il romanzo è scorrevole, limpido, divertente, a tratti tragi-comico, ma rispecchia la realtà in tutta la sua crudezza, pur offrendo un conforto, un aiuto morale per far sentire meno soli e meno disperati quei giovani che, forse, alle volte, possono credersi abbandonati a se stessi.
Il romanzo dimostra che la generazione precaria è una realtà comune e un dramma appartenente ad una società disperata e spesso surreale.
Un libro da acquistare, regalare, portare con sé e certamente un esempio giovane per i giovani.
Consigliato a tutti!