Assedio a Valle Piana
- Autore: Umberto Lacchetti
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Seconda metà del XIII secolo, Piemonte, si è appena concluso un breve scontro in un villaggio rurale in Valle Piana, feudo dei nobili de’ Rolesi. Il misterioso Cavaliere Nero ringrazia il giovane de’ Rolandi, un forestiero, per il generoso intervento in armi a difesa dei contadini assaliti da mercenari. Gli chiede di porgere i suoi saluti alla damigella, figlia del conte Lorenzo. Così, abbiamo già davanti i tre protagonisti principali, Alessando, Giulietta e il Cavaliere Nero, del franco e fresco romanzo storico di Umberto Lacchetti, Assedio a Valle Piana, pubblicato l’anno scorso da CTL Editore di Livorno (settembre 2023, 188 pagine) con le illustrazioni nel testo di Guido Pezzolato-Zut, sua pure la copertina e le cartine curate nella parte grafica da Stefania Barbini.
Opera di un giornalista mantovano ex ciclista dilettante, specializzato in pubblicistica di rally automobilistici, è dedicato “A Simona e a tutte le donne che sanno osare”. Questo già dice tanto sul rilievo dei personaggi femminili in un romanzo di spade, di scudi, di cavalli e tornei, oltre che di valori della cavalleria medioevale e di riscatto di genere.
Il romanzo Assedio a Valle Piana nasce da un’idea di qualche anno fa. La storia narrata è del tutto inventata, come i personaggi. Il contesto nel quale si muovono non pretende di ricostruire il mondo di allora. Di fantasia anche i luoghi citati, per quanto localizzati in un’area realmente esistente, in Valsesia: la valle de Mastellone, qui Valle Piana.
È intriso efficacemente di principi cavallereschi, di amor cortese, di tutela dei deboli. Un esempio si coglie subito, in una circostanza difficile per due cavalieri, bloccati sulla strada da un uomo vestito di una tunica verde senza insegne, che li minaccia con una balestra. Un balestriere che spiana l’arma carica dovrebbe avere la meglio sulle spade, ma il più anziano dei due lo avverte con tono risoluto che se pure potrà pure trafiggere uno, l’altro lo ucciderà facilmente prima di poter ricaricare un dardo. È la legge della deterrenza, applicata all’età medievale. L’uomo abbandona saggiamente la balestra e se la dà a gambe.
Il cavaliere più anziano è Bertrando, di ritorno da Vercelt, dove il conte Lorenzo de’ Rolesi l’ha inviato a invitare i nobili Lonardi alla festa di primavera nel castello di Valle Piana, con banchetti, musici, gare di arcieri e un torneo cavalleresco.
Non volendo aderire, visto che in quel territorio accadono eventi strani - agguati di uomini armati, gente impiccata nei boschi - però non volendo sembrare scortesi, i Lonardi hanno incaricato un bravo cavaliere, da poco al loro servizio, di recare gli omaggi dei Signori di Vercelt all’amico conte. Alessandro, che nasconde la sua origine nobile da una famiglia spodestata, è un ventiquattrenne di bell’aspetto, di corporatura asciutta ed esile, ma abituato al combattimento. I lineamenti del viso confermano il temperamento fiero e gentile. È stato educato secondo i canoni della cavalleria e si comporta di conseguenza.
Dopo l’incontro col balestriere, i due cavalieri raggiungono un villaggio del feudo dei Rolesi, in tempo per affrontare armati vestiti di tuniche verdi, che stanno malmenando crudelmente gli abitanti di Ferrer.
Il racconto di Lacchetti fila veloce con il vento alle spalle e ci entusiasma come i libri di Scott e Salgari di una volta, i telefilm di Ivanhoe, i film di Robin Hood. I due cavalieri hanno la meglio sugli appiedati e si rivolgono contro quelli a cavallo, quando a sorpresa gli aggressori fuggono dal villaggio, alla vista di un cavaliere dalla sagoma scura, che galoppa con la lancia pronta a colpire. Bertrando rassicura Alessandro: non hanno nulla da temere, difende la loro causa. Anche i contadini sembrano rinfrancati.
Il guerriero dimostra grande padronanza nel cavalcare. Sopra la cotta di maglia indossa una lunga sopravveste nera, finemente ricamata ai bordi, senza blasone. Indossa un leggero mantello di raso nero, anche la gualdrappa è dello stesso colore. L’elmo, abbellito invece da un vistoso pennacchio rosso, resta sempre chiuso davanti. Non è un colosso, ma si muove con autorevolezza. Dice ai due cavalieri di avvertire il conte che i contadini vanno protetti dalle angherie di questi aggressori, ogni giorno più numerosi, anche se nascondono chi li manda a terrorizzare il contado.
Il Cavaliere Nero non mostra il volto: se il paragone non fosse irrispettoso, si potrebbe pensare a uno “Zorro della Valsesia”.
Irrispettoso, sì, ma per i tempi, non per le imprese. De la Vega era un hidalgo nel Messico del XIX secolo, nascondeva l’identità dietro una maschera nera che copriva la metà superiore del capo, invece l’eroe sconosciuto di Valle Piana è un guerriero medievale, con un elmo a celata chiusa sempre calcato in testa. Molti tra i vassalli del conte lo considerano un pericolo per il feudo e insistono perché gli venga data la caccia. Richiesta che trova la ferma opposizione di Giulietta, giovane donna di ventitrè anni, portamento fiero ed elegante, alta, magra, con lunghi capelli neri, carattere indomito ereditato dal padre Lorenzo, uomo il potere ma lungimirante e leale, che stravede per lei, pur lamentando l’eccessiva indipendenza della figlia.
La contessa prende da parte Alessandro, lo ringrazia per il coraggio e gli omaggi del Cavaliere Nero, che confessa di amare. Invita il giovane straniero a prendere parte al torneo, nello schieramento dei Rolesi, opposto ai De Marchi. Si tratta di scontri pericolosi, perchè non c’è limitazione nell’uso delle armi e perdere significherebbe mettere a rischio il feudo, che fa gola a quei Signori di Valle Stretta, ai quali saranno opposti.
Umberto Lacchetti riserva ai lettori azione infinita, scontri tra la vita e la morte, autentiche battaglie, in un contesto di continui intrighi e tradimenti, sui quali il Cavaliere Nero veglia occultamente, a tenere su le sorti dei buoni.
Il castello di Sopramonte inoltre appartiene a una giovane e bella castellana, Francesca. Il suo sguardo incrocia quello di Alessandro...
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