Attentato di Amélie Nothomb

Il protagonista è un uomo afflitto da una bruttezza senza speranza. Cos’altro gli rimane se non venerare una donna i cui tratti sono la perfezione assoluta? Moderna favola dell’amore impossibile, la Bella e la Bestia di Amélie Nothomb sono riscattati da un umorismo spietato che racconta una società attenta solo alle apparenze. (Note di copertina)

Qualche tempo fa mi sono fatta prendere dalla curiosità di conoscere Amélie Nothomb, scrittrice giappo-belga, autrice di libri dai titoli stranissimi ed a volte inquietanti.
Così la settimana scorsa, scorto in libreria uno scaffale dedicato alle sue opere, ho trovato "Attentato", una versione moderna, per molti aspetti, della storia di Quasimodo, protagonista della celebre opera di Hugo.

Il protagonista - che parla sempre in prima persona - sembra all’inizio inquietante, fisicamente simile ad un orecchio. In lui, però, non c’è l’angoscia della sua bruttezza: per lui è quasi un punto di forza, una condizione accettata ormai con piena consapevolezza e una caratteristica che non turba il lettore scorrendo le pagine del romanzo, arrivando al culmine nel momento in cui egli stesso "giudica" dall’esterno le persone secondo lui brutte.
La sua testa, però, è un vortice di pensieri inquietanti. Si innamora di una donna bellissima, che apprezza la sua intraprendenza e la sua gentilezza. Riesce a far carriera nel mondo della moda, riesce in un certo senso a diventare "normale".

Una storia avvincente che non lascia indifferenti. I pensieri strani del personaggio a volte turbano, la sua ossessività a volte fa paura, ma resta sullo sfondo sempre quel suo coraggio di "portarsi in giro nonostante tutto". Nulla gli sembra impossibile, sembra abbia raggiunto la chiarezza e la pace nel suo cuore, almeno fino al finale a sorpresa.
La sua è una personalità molto complessa che si incontra e si scontra con la celestiale bellezza della donna da lui amata, la nuova Esmeralda che sembra non considerare la sua bruttezza, che vede in lui un confidente, il migliore amico, un fratello, colei che per prima cura le sue ferite del fisico e del cuore.

Un libro breve, ma intenso; un libro su cui riflettere, che porta inevitabilmente alla domanda: “Accetterei il diverso?” e la risposta cambia, pagina dopo pagina, man mano che la personalità del protagonista si definisce nelle sue varie sfaccettature.
Uno stile agile, scorrevole, coinvolgente quello di Amélie Nothomb, uno stile che spinge a pensare: "Che titolo scelgo adesso?".