Autofiction
- Autore: Iacopo Barison
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Fandango Libri
- Anno di pubblicazione: 2022
Iacopo Barison, alla terza prova come scrittore, ha esordito con Bianca + Stalin per Tunué editore, nel 2014, all’età di ventisette anni. Il libro ebbe un certo successo, fu presentato al premio Strega nello stesso anno. Ora Barison di anni ne ha trentaquattro e ha fatto già molto. Lo contraddistingue un dono abbastanza invidiabile: una scrittura porosa che assorbe tutto. Una sua frase può benissimo stare in un romanzo di Michel Houellebecq, così come un’altra, invece, potrebbe trovarsi in un libro di Italo Calvino
Il suo ultimo libro Autofiction (Fandango, 2022) è un romanzo di quasi cinquecento pagine. Pagine che scorrono velocemente in avanti riportandoci tuttavia indietro ai tempi di quando i genitori cineasti erano ancora vivi e si chiamavano Leone e Agata, sino al tempo presente dove vi sono solo i gemelli, orfani, Sofia e Orlando. I due sono arrivati ai trent’anni senza aver combinato troppo nel mondo esterno, a parte attuare delle scelte autodistruttive a livello psicologico. In realtà si stanno adeguando a vivere in un mondo complesso, pieno di incognite.
Nel raccontarci la storia di due cineasti che hanno realizzato un grande film d’esordio, intitolato “La Musa divoratrice”, per poi farselo bastare per troppo tempo e nel frattempo avere due gemelli, e morire per una sciagura aerea, Iacopo Barison ha impiegato tante pagine, perché vi ha aggiunto una sfumatura thriller: i figli, Sofia e Orlando, trovano un’altra sceneggiatura dal titolo Autofiction, che fa loro pensare che i genitori nascondessero un segreto...
Nel frattempo Barison ci spiega benissimo come sono i trentenni del nuovo millennio. Sofia ha una relazione con Monica, che ha una galleria d’arte. Come se le mancasse la terra sotto ai piedi, Sofia si rifiuta di crescere, fa sesso occasionale con qualunque ragazza le capiti a tiro, ma convive con Monica come una coppia già rodata nel tempo.
Lo scrittore tratta queste due donne mettendo in rilievo pregi e difetti e quando Monica scopre che Sofia si vede con Anna, invece di reagire con una sfuriata di gelosia le propone di invitare la ragazza a cena. Anna, che è una giornalista, accetta.
La cena va bene, forse perché la quantità di alcol bevuto le rende un po’ ubriache e ci saranno sviluppi.
Il fratello gemello di Sofia è Orlando, ragazzo strano, forse perché non è proprio un ragazzo ma nemmeno un giovane uomo. Lavora come social media manager nel Museo del Cinema. Lui più di tutto ha un certo grado di indeterminatezza, come se lo scrittore avesse assemblato da altri romanzi questa sua caratteristica: c’è un minimalismo americano un po’ alla Carver, ma soprattutto dagli scrittori e dalle scrittrici che si sono "rotti" la testa per trovare un maschio bianco trentenne del tutto metropolitano, di quelli che stanno già male in periferia, figurarsi un weekend fuori città, in un paesino tipico. Orlando che non vive, sopravvive, forse per non dare un dolore di troppo alla sorella gemella, che come lui, non ha ancora metabolizzato la morte dei genitori. Non si capisce se gli piacciono le ragazze, ma da alcuni elementi si capisce che non gli piacciono nemmeno i ragazzi. Barison con questa scrittura porosa, che assorbe da tutto ciò che è letterario, ma in generale artistico, lascia spiazzati noi lettori.
Orlando ha una sola amica ed è Emma, che lavora come ufficio stampa al Museo del Cinema. Emma si confida con Orlando, che cerca anche di capire perché riesce a stare bene solo con lei.
Raccontando il banale susseguirsi dei fatti sembra di stare in una telenovela sudamericana, mentre leggendo il libro si capisce che è assolutamente sofisticato nei dialoghi e nelle situazioni, in cui, a parte Orlando, sembrano essere tutti artisti.
Perfino i ricordi bucolici di quando i gemelli erano piccoli sembrano finzioni: loro nella loro bella casa che poi non hanno utilizzato, lasciandola vuota per almeno dieci anni.
La scrittura di Iacopo Barison è tra le migliori in circolazione, proprio per questa porosità, per cui il libro può sembrare del futuro prossimo o ambientato alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, oppure ora e qui. Sembra che lo scrittore abbia letto pezzi dei romanzi pubblicati in questi ultimi venti o trent’anni e poi li abbia aggiustati come meglio credeva.
Quindi dire che è soltanto un romanzo su una famiglia disfunzionale, per chi scrive, è assolutamente limitativo. Questo è un romanzo “matrioska”: Agata e Leone. Sofia e Orlando. Il mistero nascosto. Ma si potrebbe continuare.
Autofiction
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