Autostop per la notte di Massimo Anania

“We’re going nowhere...These are the pros and cons of hitch hiking…”
(George Roger Waters, "The Pros and Cons of Hitch Hiking", dall’album omonimo, 1984)

Chi non ha mai fatto l’autostop? Chi non ha mai caricato un autostoppista, magari una seducente bionda in minigonna che prometteva una compagnia allettante e un dopo-passaggio ancor più stimolante? Gli autostop sono un ottimo incipit per un film dell’orrore, è vero, però anche per una pellicola a luci rosse…
Dietro quel dito alzato si possono celare persone bisognose in cerca di aiuto o lestofanti della peggior specie che, con la scusa di quell’aggancio, possono portare a termine azioni che di nobile hanno davvero ben poco.
Un ragazzo che chiede un passaggio, una bella automobile che si ferma e un uomo che lo porta a destinazione. Alla destinazione che aveva deciso lui, però, non quel povero ragazzo che voleva soltanto sprofondare tra lenzuola magari non pulite, ma pur sempre confortevoli…

Una villa, ragazze discinte e disponibili (forse). Salotti con scollature innevate, donne che si divertono e fanno divertire con tutto il corpo e anche qualcosa in più, una visione offuscata dalla brillantezza delle pietre preziose che adornano quello scenario artificiale e confortante. Poi la fuga da quel mondo che non gli appartiene, quel mondo che lo spaventa, quel mondo che lo attira solo per sbranarlo e digerirlo.
La serenità è salva, lui si è ripreso la sua vita. Purtroppo non sa che la sua vita è mutata irreversibilmente nell’istante in cui ha accettato quel passaggio,
Un attimo che è stato la sua condanna, mentre lui credeva fosse la salvezza. E lui non è ancora sceso da quell’auto, solo che con e n’è ancora accorto…

In "Autostop per la notte" Massimo Anania si ferma davanti a noi con una fiammante fuoriserie e ci invita a salire. Il profumo degli interni in pelle, la radio che inonda le nostre sinapsi con le sue parole e le sue melodie, il motore che sale di giri come impazzito.
Un viaggio che durerà quanto vorremo, un tragitto che sappiamo dove ci porterà ma che avevamo sempre avuto paura di affrontare. Ma, in compagnia di Massimo, la paura ci passerà. Forse.