Avrò presto una sorellina di Astrid Desbordes

“Avrò presto una sorellina” (La Margherita Edizioni, 2017, titolo originale Un amour de petite soeur, traduzione a cura della redazione della casa editrice, illustrazioni di Pauline Martin) è la favola dell’autrice francese Astrid Desbordes che aiuta i bambini ad accettare con positività l’arrivo di una sorellina o di un fratellino.

Una famiglia come tante si stava allargando.

“Tempo fa mamma e papà mi dissero che avrei avuto presto una sorellina”.

Il bambino, anche se non l’aveva chiesta pensava tra sé, “l’idea non mi dispiaceva”. All’inizio della gravidanza, la pancia della mamma era piatta e il piccolo non riusciva a capire dove si trovasse la bambina. Forse la sorellina sapeva nascondersi molto bene, di conseguenza il piccino la cercava nei cassetti dell’appartamento. All’improvviso il ventre della mamma, dai capelli lunghi e scuri, aveva cominciato a crescere e la giovane donna usava prendere in braccio il figlioletto per sentire da vicino la pancia che cresceva come un pallone da calcio con la differenza che chi scalciava tirando calci da lì dentro era la sorellina. Pian piano che si avvicinava il momento del parto, il bambino dai capelli ricci era curioso di vedere il viso della neonata e immaginandola la disegnava su un grande blocco.

“Poi un giorno, eccola”.

Il piccolo prendendola in braccio si era reso conto che era come tutti gli altri neonati. In verità, il fratellino l’aveva trovata minuscola ma allo stesso modo capace di occupare tutto il tempo dei loro genitori e lo spazio del bambino. Mamma e papà avevano rassicurato il piccino dicendogli che nel loro cuore, grande come il cielo, c’era “spazio a sufficienza per me e per lei”. Senza rendersene conto, la sorellina aveva cominciato a crescere molto in fretta.

“Quando ha iniziato a camminare, le ho insegnato anche a volare”.

Adesso i due fratellini possono divertirsi a giocare insieme.

“Ora, quando gioco ai cowboy, gioco anche agli indiani”.

I bambini con il pallone organizzavano una partita di calcio tra loro. Nella loro graziosa cameretta, se uno aveva paura del buio, l’altro subito lo consolava.

“Insieme niente ci fa paura”.

Quando giocavano a nascondino il bambino diceva

“è così brava che mi devo super impegnare per trovarla”.

Qualche volta i bambini litigavano ma la baruffa durava poco e presto tornava la voglia di stare insieme. Un figlio unico non deve mai sentirsi minacciato perché, come insegna il volume, l’amore dei genitori verso i propri figli è infinito e senza limiti.

“Sapete che cosa mi piace di più nell’avere una sorellina? Essere suo fratello maggiore. E prendermi cura di lei”.