I libri avvelenati con arsenico esistono davvero. No, non è opera di un eventuale “Jack Lo Squartatore” delle opere letterarie, ma è un triste inconveniente causato da un vecchio metodo di produzione delle copertine dei libri in epoca vittoriana che prevedeva l’uso di arsenico.
Ecco la loro storia, dove li hanno trovati finora e come stanno procedendo per identificarli nelle biblioteche.
Libri avvelenati: origini e cause
Tutto iniziò nell’Ottocento, quando arrivarono dei libri in edizione economica nel mercato inglese sulla base di edizioni parigine. Fino ad allora i libri erano creazioni artigianali rilegate in pelle, molto costose e destinate solo a un pubblico facoltoso. Per poter offrire questi libri in edizione economica e renderli accessibili a un pubblico più ampio, dato che comunque la stampa aveva un costo, gli editori trovarono il modo di risparmiare utilizzando delle copertine in tessuto e una tinta verde brillante per poter rendere appetibili questi testi. Si calcola che, attorno al 1840, era diventata ormai una prassi consolidata e i libri dalla copertina di tela verde venivano prodotti in quantità industriale.
Peccato che il colore verde utilizzato per le copertine proveniva dalla lavorazione di un topicida con l’arsenico come base ed era stato realizzato in Germania da un’azienda in particolare: la Wilhelm Dye and White Lead Company a Schweinfurt.
Il verde di Schweinfurt, noto anche come verde smeraldo o come verde di Parigi, è acetato arsenito di rame(II), prodotto dalla combinazione di acetato di rame con triossido di arsenico.
Nonostante la tossicità dell’arsenico fosse conosciuta all’epoca (basti pensare che si tratta del veleno descritto anche in letteratura in Romeo e Giulietta o in Madame Bovary), si credeva che la sostanza facesse male solo se ingerita, tanto che il verde smeraldo era di grande moda ed economico da produrre. Questo colorante era usato nella carta da parati, nei fiori finti, nella pittura e anche negli abiti, soprattutto quelli più eleganti, causando irritazione, bolle e un graduale avvelenamento fino alla morte in alcuni casi. Alcuni medici iniziarono a sospettare della tossicità per inalazione dell’arsenico liberato dalla carta da parati presente nelle camerette di bambini andati incontro a morti inspiegabili.
Nel 1874, il chimico statunitense Robert C. Kedzie pubblicò 100 copie del libro Shadows from the Walls of Death (lett. Ombre dalle pareti della morte) che includeva 84 campioni di carta da parati colorate con il verde smeraldo, per sensibilizzare sulla tossicità della sostanza non solo per ingestione, ma anche per inalazione delle particelle rilasciate dagli oggetti contaminati.
Come si è scoperto l’avvelenamento
Il colorante verde incriminato sparì dalla produzione di abiti, carte da parati e dalle copertine dei libri, ma alcuni dei testi realizzati in epoca vittoriana contenenti arsenico sono stati rinvenuti ancora in circolazione, conservati nelle biblioteche.
La prestigiosa Biblioteca di Düsseldorf ha dovuto rimanere chiusa fino al 22 marzo scorso per mettere in quarantena i circa 15 mila libri di quell’epoca per sottoporli ad analisi per verificare la presenza o meno dell’arsenico. Non tutti i volumi con copertina o pagine verdi infatti lo contengono e vanno sottoposti a test.
Per poter entrare in contatto con il veleno con un libro contaminato, basta portarsi il dito alla lingua prima di voltare pagina, oppure sfregarsi gli occhi dopo aver toccato questi testi. I sintomi più pericolosi sono diarrea, problemi alla respirazione o al cuore, danni al sistema nervoso. Nella maggior parte dei casi oggi l’intossicazione non provoca la morte, sia per le dosi richieste che per la capacità dei medici di riconoscere un avvelenamento. La biblioteca ha avviato una serie di controlli anche a Bonn e a Colonia per eliminare eventuali rischi, in particolare per bibliotecari e archivisti che vengono a contatto più spesso con i libri.
Come riconoscere i libri avvelenati?
I libri che possono causare un avvelenamento di solito sono consultabili solo dagli addetti ai lavori - filologi, linguisti, paleografi, ecc. - che sanno come maneggiare un libro antico e mai si sognerebbero di portarsi le mani al volto oppure leccarsi le dita. In ogni caso, esiste un progetto che censisce i libri potenzialmente pericolosi. Si chiama Poison Book Project ed è gestito da Winterthur Museum, Garden & Library e University of Delaware.
I libri che potrebbero essere pericolosi, ma che sono già nell’archivio, sono 253 e possono essere non solo verdi, ma anche gialli, arancioni e marroni.
È importante sottolinearne anche la datazione, cioè la pubblicazione nell’Ottocento e la provenienza francese, inglese o tedesca.
Cos’è il Poison Book Project
Il Poison Book Project è un progetto avviato dalla studiosa Melissa Tedone, responsabile del laboratorio per la conservazione del materiale presso il Winterthur Museum del Delaware. Fu la dottoressa Tedone tra i primi a rendersi conto del processo in atto esaminando un libro in particolare, il Rustic Adornments for Homes of Taste di Shirley Hibbed (datato 1857). La studiosa notò che il colore del libro si sfaldava e iniziò a sospettare la presenza di arsenico; quindi decise di portare il libro in laboratorio per farlo analizzare ed ecco che i suoi sospetti trovarono conferma.
Il progetto da lei fondato si occupa proprio di indagare sull’arsenico o gli altri coloranti tossici contenuti nei libri rilegati in stoffa risalenti all’epoca vittoriana, assistendo numerose istituzioni librarie, bibliotecarie o museali in questa ricerca. Ciò aiuta a una gestione più sicura dei libri potenzialmente tossici e a una migliore conservazione del patrimonio librario storico.
È molto difficile che un semplice appassionato di libri si trovi a maneggiare testi del genere, ma è più facile trovare testi che si riferiscono agli avvelenamenti, come Il caso dei cioccolatini avvelenati, Terre Avvelenate Spa e Matcha al veleno.
Alcune volte leggere può essere anche un modo per esorcizzare la paura, come quella per i libri avvelenati o come avviene ne Il nome della rosa.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Arsenico nei libri: come riconoscere i libri avvelenati in biblioteca
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