Bambini, ragni e altri predatori di Eraldo Baldini

Il terrore scorre tra le righe in queste pagine, come viene fatto notare nella quarta di copertina di Bambini, ragni e altri predatori (Einaudi, 2003):

È come se attorno al fuoco delle veglie notturne dei contadini di una volta, a raccontare storie di paura e di forti emozioni, ci fosse stato un narratore esperto di tecniche di suspense e mistero. Uno così, in America, si chiama Stephen King. Da noi, in Italia, è Eraldo Baldini.

Avete mai avuto paura?
Intendo sul serio, non un tiepido spavento che passa nel tempo di un batter di ciglia.
Un terrore che vi paralizza il copro e i nervi, tanto da non riuscire neppure a emettere un singolo suono. Figuriamoci urlare. O scappare, utopia.
Una bambina, un animaletto innocuo e innocente, un’ombra.
Ogni cosa può mutare, divenire enorme e spaventosa.
Parole che non sembrano avere correlazione tra loro, apparentemente. In realtà non è così.
Non parliamo di un’unica storia ma di tante storie, avvenimenti reali e fantasiosi, realmente accaduti o forse no, che ci porteranno in un labirinto oscuro e minaccioso. E non perdere il senso dell’orientamento sarà davvero dura.
E, proprio per questo, resistere alla tentazione di entrare sarà uno sforzo inutile.
Tanto vale mettere il cambio in folle e lasciarsi trasportare dalle parole
Siete pronti?
Vi auguro di sì…

Eraldo Baldini torna con delle storie che ci entreranno sottopelle e giungeranno sino al cervello, imbrigliandolo in una sinestesia folle e appagante.
Storie (sur)reali, storie che hanno il sapore del mito ma che al tempo stesso non perdono il gusto della realtà.
Un contatto semplice ma deciso che non ci lascerà finché non avremo girato la fatidica ultima pagina.
E, a dirla tutta, nemmeno dopo.
Un libro dedicato agli amanti delle storie che con poco dicono tanto, a chi apprezza lo stile di Eraldo Baldini o, semplicemente, a chi vuole un libro ben scritto.
Pagine da snocciolare avidamente prima di giungere al tanto agognato epilogo.
Che potrebbe essere più destabilizzante delle vicende stesse.
Io vi ho avvertito…