Terra di nessuno di Eraldo Baldini

La paura è la piccola morte che uccide la mente.
Bella frase, belle parole.
Però, quando la Paura ci tocca in prima persona, il nostro scenario muta. Inconsapevolmente. E, probabilmente, per sempre…
Il nemico è alle porte, il nemico è dietro la collina. Purtroppo il nemico più forte, quasi imbattibile, è dentro noi.
Quattro amici, quattro reduci della Grande Guerra, si ritrovano in un bosco.
Tornare a casa? Certo. Però… ce l’hanno ancora, una casa? Soprattutto, sono pronti a tornare alla vita di tutti i giorni?

Forse è meglio aspettare un po’, lasciar macerare la coscienza e la paura per tornare alla realtà gradualmente, un passetto per volta.
Un lavoretto in mezzo a quei monti che sanno di paura ma anche di rifugio potrebbe essere l’ideale per mettere a tacere la coscienza.
Purtroppo le paure non sono come gli animali, che di notte vanno a riposare.
Anzi, in quel momento diventano più vive che mai e possono farci compiere gesti inconsueti, bizzarri, addirittura insensati.
E, a quel punto, solo una cosa resta da fare.

Eraldo Baldini ci porta in luoghi desolati, abitati però da presenze e paure che non ci faranno mai sentire soli. Purtroppo.
“Terra di nessuno” (Frassinelli, 2001, collana Narrativa, copertina a cura di Paolo e Nadia Equisetto-Ravenna, pp. 181, euro 11,36) è un libro dolce e inquietante, rassicurante come una lama affilata a pochi centimetri dal nostro occhio, dal nostro cuore.
Claustrofobico, trascinatore e finto amico, “Terra di nessuno” ci entrerà nella testa e ci darà l’illusione di uscire dalla nostra mente, una volta chiuso e riposto sullo scaffale.
Non fidatevi, perché rimarrà dentro di noi, in attesa di un nostro cedimento, per uscire di nuovo allo scoperto.