Bimbiminkia. Piccola enciclopedia dei freak moderni
- Autore: Alfredo Vullo
- Anno di pubblicazione: 2013
Io ero fermo alle Timberland e al piumino Moncler dei paninari. Deducevo dall’acconciatura a cresta di trovarmi tutt’al più al cospetto di un punk. Negli anni Settanta ci si orientava meglio: aria sgarrupata con eskimo + barba faceva alternativo di sinistra; Ray-ban e taglio di capelli alla Silvio Pellico, fascista doc. Era il tempo dell’aut-aut e da almeno un decennio “giovane” era diventata una categoria sociale, individuata dal mercato come potenziale consumatrice di dischi, film, abbigliamento.
Dalla lettura di “Bimbiminkia. Piccola enciclopedia dei freak moderni” (di Alfredo Vullo, Edizioni Clichy, 2013) prendo atto che galoppo verso l’estinzione della mia specie e che la fauna under 20 - o under 40?, dato che il giovanilismo è diventata una patologia - si è ulteriormente parcellizzata in una galassia di look: dal sempiterno nero-cimiteriale dei “dark” alla loro declinazione terzomillenarista “emo”; dal lolitismo di derivazione Japan al travestitismo comics dei “cosplayer”. Non mancano (e come potrebbero?) i “tamarri”, trasversali a mode & ideologie e in ultima analisi anche a se stessi. L’originale vademecum illustrato di Alfredo Vullo, in apparenza free e senza troppe pretese, nella sostanza si rivela una trappola, infido come quei vinelli che vanno giù che è un piacere e sul più bello - zac - ti prendono alla gambe.
Senza troppi giri di parole (giusto un avviso per i naviganti: “Addio figli dei fiori, discotecari, paninari, metallari e punk, le nuove generazioni non vengono più etichettate con questi termini”) e poi si comincia con il bestiario di animaletti metropolitani (gli stessi che incrociamo tutti i giorni sulle metro o nei fast-food), enucleandone genesi e sviluppo ideologico/modaiolo, vestiario e musica di contorno. Scopro così che gli “hipster” (refrattari alla politica, interessati alla cultura, soprattutto musicale) vantano una proto-rappresentazione niente meno che di Norman Mailer, e che i “tecktonik” (altrimenti detti killer) sono patiti di musica elettro-dance.
Con parole che dicono pane al pane e disegnini d’impatto, stile United Colors of Benetton, Vullo allestisce un manualetto gustoso, divertente e - si intuisce - divertito, destinato alla consultazione ad hoc di chi vuole restare al passo coi tempi e ci tiene a non passare per “giurassico” o “matusa”. La lettura è caldamente consigliata dunque a genitori in crisi generazionale e a prof. progressisti/illuminati.
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