Bobi
- Autore: Roberto Calasso
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2021
A pagina 98 del piccolissimo volume di Adelphi, il breve saggio di Roberto Calasso dal titolo Bobi, c’è l’elenco degli ultimi volumi pubblicati nella collana Piccola Biblioteca Adelphi. Si parte dal numero 500, per giungere al 766, Ungenach di Thomas Bernhard; non mancano tra le centinaia di titoli nomi come Borges, Simenon, Dürrenmatt, Walser, Némisovsky, Richler, Manganelli, Zweig, Gadda e naturalmente lo stesso Calasso, che firma questo ultimo ritratto dell’amico Roberto Bazlen, uno degli ideatori della mitica casa editrice.
Lo scrittore della mitteleuropa, un po’ triestino, un po’ romano, un po’ milanese, anche genovese, un artista cosmopolita che dagli anni ’30 ha incrociato, conosciuto, raccontato tutti gli autori più importanti del ’900 europeo, su cui molto si è detto e scritto, emerge dal piccolo libro di Calasso con una originalità notevole.
Bobi, come veniva chiamato dagli amici, fu uno scrittore multiforme, un critico attento e fulminante, un creativo, un intellettuale a tutto tondo. Proverbiali i suoi giudizi sui grandi nomi della cultura del secolo scorso: denigrava Montale, era molto tagliente nei riguardi di Gadda, riteneva Svevo l’unico vero grande scrittore triestino.
Calasso riporta intere citazioni dello stesso Bobi, colte in varie fasi della vita dello scrittore, povero, insicuro, in cerca d’aiuto, ma pieno di incontri stimolanti con artisti di qualità: a Roma la pittrice Leonor Fini, una giovane donna di cui non si pronuncia che il nome, Bianca, e poi ricorrente la Ljuba di Montale. A Roma Bobi abitava in una stanzetta spartana a via Margutta, scendeva al caffè Greco, frequentava a piazza Navona il mitico Tre Scalini, combatteva una sua personale battaglia con la macchina da scrivere, che gli poneva grande difficoltà. Le sue affermazioni icastiche e lapidarie lasciavano spiazzato l’interlocutore:
“Carlo Emilio Gadda, nevrotico quarantenne ex ingegnere vaticano che ha messo i caloriferi al papa vuole un posto alla Olivetti ma ha paura di disturbare.”
Capace di demolire un grande scrittore quale fu Gadda, ma anche di esaltarne altri,
“Se vuoi leggere il più inquietante demoniaco libro di tutta la letteratura universale, fatti venire Autodafè di Elis Canetti”.
Roberto Calasso, tra le sue altre affermazioni sull’amico Bobi, ne scrive una estremamente efficace e sintetica:
“Bazlen non fu solo l’uomo imprendibile ma anche colui che, per una ragione o per l’altra, non veniva preso.”
In effetti da questo breve ma denso ritratto, esce una figura insolita, polemica, ma capace di lasciare un segno profondissimo nella letteratura europea e italiana in particolare. Immaginando cosa sarebbe diventata la casa editrice Adelphi aveva affermato: “Faremo solo i libri che ci piacciono molto”: libri bellissimi, lo abbiamo sperimentato.
Bobi
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